Recensione redatta da Valerkis
Credo che la commedia italiana attuale, quando riesce, ci regala delle piccole sorprese. Questo è un caso. Il film diretto da Max Croci ha una storia assolutamente leggera, spensierata e non richiede molta attenzione nel seguirlo, ma ci sono dei particolari che rendono unica la vicenda e personalmente mi hanno colpito.
Stefano (Luca Argentero) e Claudia (Sarah Felberbaum) sono due poli opposti in persona: idee diverse e atteggiamenti diversi. Però date numerose circostanze, si attraggono e si uniscono, conoscendosi e comprendendo che tra loro c’è qualcosa di profondo nel rapporto passato e presente tra i due. L’unione finale è merito anche del fratello di Claudia, Alessandro (Giampaolo Morelli) e dal rapporto instaurato anche con il figlio di Claudia, Luca (Riccardo Russo).
Partiamo dai fattori che mi hanno fatto reputare questo film unico nel suo genere: innanzitutto Max Croci ha avuto sempre questa capacità di rendere ogni vicenda leggera a suo modo nel film che ha diretto, rendendola registicamente non troppo elaborata. Potrebbe essere una storia scontata dal punto di vista amoroso e posso darvi ragione, ma grazie ai caratteri contrastanti dei protagonisti e comuni al tempo stesso, si definisce il loro rapporto. Personalmente ho trovato anche una certa spensieratezza nell’interpretazione da parte dei protagonisti e la vicenda è stata resa così frivola, quasi da azzerare ogni pizzico di sotto dramma che può esserci in una commedia (in questo caso c’era Luca vittima di bullismo).
Gli sceneggiatori sono ben otto e credo sia stata anche esagerata questa scelta, secondo me. Otto persone per scrivere una vicenda che trasmette leggerezza in un rapporto tra uomo e donna di puro contrasto ma così ravvicinato (vi risparmio l’elenco). Vi posso indicare chi ha scritto il soggetto però, Gianluca Ansanelli e Tito Buffulini. Si prendono in considerazione molte tematiche in una vicenda di neanche un’ora e mezza di durata: bullismo, amore, divorzio, complicità nei rapporti, diversità, difficoltà nel ruolo del genitore e così via. Luca Argentero si è dimostrato nella sua interpretazione pienamente proporzionato, modesto e semplice, per quanto gli riguarda. La Felberbaum è stata più incisiva nel rapporto tra i due, anche perché è stata la più schizzinosa, rigida e al contempo appassionata da chi la corteggiava. Comunque il personaggio di Argentero, alla fine, è stato un aiutante predominante per lei, nel lato amoroso e nel lato paterno nei confronti di Luca, avendo così finalmente un punto di riferimento. Morelli è stato un buon personaggio che ha fatto da spalla, soprattutto per Stefano e il resto dei personaggi, sono stati poco incisivi nella vicenda, tranne la produttrice televisiva Carolina (Grazia Schiavo).
Non vorrei criticare gli aspetti estetici, perché non ce n’è bisogno. Non sono stati troppo elaborati e particolari nel dettaglio. Semplici e definiti, come questo film si è mostrato nel complesso.
Spero che in qualche modo possa arrivare il messaggio di come l’esordio alla regia di un lungometraggio per Max Croci sia stato buono, anche per rispecchiare l’etica di quella parte di commedia italiana che a noi, tutto sommato, potrebbe farci rilassare un attimo. Non vorrei andare troppo sul personale, ma ha lasciato impresso come quello era un periodo di pura spensieratezza, dove i tabù e i pregiudizi scatenati attualmente dai social non erano ancora diffusi su larga scala nei confronti della società e così da esserne influenzata. Ho apprezzato una vicenda che racconta tuttavia delle tematiche importanti, tra cui anche l’amore, nella maniera né troppo fiabesca né troppo elaborata. Piaciuto, apprezzato e da rivedere ancora. Alle coppie piacerà sicuramente, ne sono certo.