Un film sulla Formula 1 a trecentosessanta gradi, prima o poi, lo avrebbero prodotto e quindi eccomi qua, tornato dopo un periodo di assenza dal blog con la recensione inerente al film, in primis, della stagione estiva di quest’anno. Penso sia un qualcosa di inaspettato vedere un Brad Pitt che, realmente, sale su una monoposto di Formula 1 e diventa a tutti gli effetti un pilota della competizione numero uno del motorsport. Avete capito bene, proprio lui si è messo a pilotare!
Sonny Hayes (Brad Pitt) è un ex pilota ingaggiato dal suo amico Ruben (Javier Bardem) che possiede una scuderia in Formula 1 e vorrebbe offrirgli un sedile per il campionato in corso. Un'occasione che potrebbe segnare la sua carriera e amplificare cosí il suo curriculum, concludendo una stagione tra alti e bassi e una continua rivalità con il suo compagno di squadra, Joshua Pearce (Damson Idris) che influenzerà l'andamento della scuderia di Ruben e le carriere dei due piloti protagonisti, come le proprie vite.
Già per la modalità di come ha interpretato Sonny, Brad Pitt (alla bellezza di sessant’anni ormai compiuti) è ammirevole ed è riuscito a definire in ottima maniera il suo personaggio ironico, preciso e sentimentalmente attaccato alla sua ispirazione di vita: il mondo delle corse. Buona interpretazione anche per Damson Idris, nei panni di un giovane pilota che mostra tanta fame di correre, vuole farsi notare e ha rispecchiato, inoltre, lo stereotipo del ragazzo “social” apparentemente affascinante agli occhi dei tifosi, nonostante le difficoltà e l’inesperienza nel settore. Anche Javier Bardem è stato dominante in questa storia, come il resto del cast che ha interpretato i componenti del team APXGP (scuderia in cui hanno corso Sonny e Joshua).
In questo film vorrei dedicare un paragrafo straordinario alla produzione e lo faccio perché è stato coinvolto tutto il mondo reale della Formula 1 per la realizzazione di questo film e farlo era strettamente necessario. Sono arrivati ai vertici della Federazione Internazionale dell’Automobilismo (FIA) e agli esponenti del gruppo aziendale della competizione stessa, compresa anche la presenza dei reali team principal nelle scene. È un film che, sicuramente, è costato parecchio in tutti i sensi, nel coinvolgimento in sé e nei confronti dei reali piloti durante i weekend di gara per effettuare tutte le riprese possibili, risultate davvero dinamiche. Infine per arrivare alle grandi distribuzioni, al coinvolgimento di Apple per la diffusione tramite piattaforme del film e produttori come Jerry Bruckheimer (produttore di Top Gun e altri) che ha dato un’altra grande chance a Joseph Kosinski per dirigere un film appassionante che colpisce centralmente l'etica e lo spirito della competizione con la sua regia pienamente dinamica, veloce e sentimentalmente apprezzabile. In fondo è stata una regia apprezzata, nonostante non mi convinca proprio lo stile sentimentale, a mio parere, ma per un film del genere era necessario comunque un regista che si esponesse e ricercasse la giusta modalità per trasmettere la velocità, l’adrenalina, la frustrazione e le gioie che si provano solo nel mondo della Formula 1. Tra i produttori, il nome di Lewis Hamilton è il segno del pieno coinvolgimento da parte dei piloti nel progetto e da una personalità come Hamilton, è ammirevole questo gesto di contribuire ad un’idea cinematografica con pura adrenalina. L’unione dei numerosi produttori ha portato alla possibilità di realizzare in grande questo film.
Il progetto in sé scritto da Joseph Kosinski e Ehren Kruger, racconta sicuramente una storia che trasmette le emozioni dello sport in questione, ma racconta anche una vicenda che parla di persone che combattono con se stesse per ottenere delle vittorie personali e raggiungere lo scopo per cui sono in vita. Ma è stata la regia di Kosinski a trasmettere queste sensazioni che sono abbastanza degne per questa vicenda, anche se magari avrei dato ancora piú spazio e cosí concentrarsi sull’azione generale che si compie durante i gran premi e non limitarsi solo ai casi peggiori e rimanendo i piú realistici possibili. Ma complessivamente la pellicola è risultata equilibrata tra la storia costruita, la diffusione delle emozioni e anche il modo di pubblicizzare e commercializzare, tutto sommato, un’etica di uno sport che ha fatto storia e continua a farla, dove sono passate e passano persone con un’abilità unica di pilotare delle monoposto che arrivano a trecento chilometri orari. Diciamo che sostanzialmente l'obiettivo di questo film è la pura commercializzazione dello sport, portando la costruzione della storia che ho raccontato poco fa.
A mio parere ho apprezzato la colonna sonora, diretta da una firma come Hans Zimmer, sorprendente e coinvolgente per tutta la durata della pellicola. Ho apprezzato le varie sfumature realizzate, magari con un occhio maggiore all’esaltazione del vero motivo per cui un tifoso rimane affascinato da uno sport diverso dai soliti. Lo avrei preferito, ma sono contento lo stesso perché infine…ho percepito le giuste emozioni. Questa è la Formula 1!