venerdì 10 marzo 2023

Giocare con l'Alzheimer in un film d’azione...forse non è abbastanza!



Recensione redatta da Valerkis

Liam Neeson torna nel suo classico ruolo da uomo con l’arma da fuoco in mano e sinceramente non ho mai visto un film dove è stato interprete, forse solo un paio (molto probabilmente questo: “Unknown – Senza identità” e mi ricordo di una piccola parte in "The Next Three Days" di Paul Haggis) e quindi sarò costretto a giudicare la sua modalità d’interpretazione solo per il film che ho visto.

Martin Campbell è un regista a me noto per film come “Goldeneye”, “Casino Royale” e “The Foreigner” ovviamente apprezzati, per gli stili “Bond movie” nei primi due e per l’action-suspense nell’altro (neanche tanto rilevante, ma sarà un’altra recensione quella). Come è andata qui? Eh…andiamo con ordine dicendo al volo la trama.

Alex Lewis (interpretato da Liam Neeson) è un sicario che comincia a mostrare l’età che avanza e vorrebbe smettere con il suo lavoro, perché si rende conto di avere qualche problema di memoria (un possibile caso di Alzheimer). Ovviamente è difficile lasciare, sei ben pagato, dopo anni che sai gestire le armi da fuoco puoi dire che tutto questo è un gioco da ragazzi. Però quando lo incaricheranno per uccidere una ragazzina, comincerà a ricercare tutti i possibili soggetti coinvolti nella commissione. Dall'altra parte scattano delle indagini e l’agente Vincent Serra (interpretato da Guy Pearce) si occuperà del caso. Un personaggio che cerca di fare bene il suo lavoro e sarà accompagnato da altri due personaggi, gli aiutanti, Linda (interpretata da Taj Atwal) e Hugo (interpretato da Harold Torres). Ma soprattutto c’è colei che gestirà
tutto questo giro, alquanto inquietante, ovvero Davana (interpretata da Monica Bellucci).

Ci sarebbe altro da dire tra personaggi (perché sono tanti) e dettagli, ma era meglio citare i punti della trama e i personaggi più importanti ed essenziali da sapere. La sceneggiatura non è nuova (dato che si tratta di un remake di un film belga “The Memory of a Killer” diretto da Erik Van Looy), quindi è stata curata da Dario Scardapane, sceneggiatore americano che ha curato sceneggiature di un paio di film e un paio di serie tv, di cui una prodotta Netflix che si chiama “The Punisher”. Prima di arrivare a definire questo film, citiamo fotografia e musica per un istante: la prima (curata da David Tattersall) non è stata rilevante come in molti altri film ma ha dato sicuramente la sua parte, stessa cosa per la musica (curata da Photek). 

Da Martin Campbell mi aspettavo veramente tanto da questo film e invece non è avvenuto ciò che volevo, ovvero un film avvincente con dei colpi di scena pazzeschi e invece è risultato un film scontato, poco coinvolgente e con degli errori di sceneggiatura evidenti (quindi nota negativa anche per la sceneggiatura curata da Scardapane) rendendo quasi un film parodistico del genere “azione”. Da Liam Neeson mi aspettavo uno stile classico del genere e ci è riuscito, come anche gli altri attori hanno interpretato personaggi per nulla esagerati e coerenti nel genere, ma a causa della sceneggiatura sono risultati alla fine dei personaggi poco coinvolgenti che non mi hanno fatto scattare quel sentimento di tensione, anche minimo, per arrivare così allo scopo finale. Il ruolo di Davana, secondo me, non poteva essere affidato alla Bellucci perché é stata poco credibile nella sua malvagità e serietà e quindi, purtroppo, questo film poteva essere un potente colpo per rilanciare il genere d’azione commerciale, ma nulla da fare, non ha funzionato correttamente quella sintonia che ci doveva essere tra regia e sceneggiatura ed ecco che il prodotto finale non è stato così soddisfacente, al punto di riderci sopra e farmi due risate sulle assurdità riprese, perché in certe occasioni era meglio ridere che piangere (pensando al lato economico sia da parte dei produttori sia da parte degli spettatori, chiamati tecnicamente “consumatori”).

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