venerdì 21 marzo 2025

Cosa si prova a morire?

 


Recensione redatta da Valerkis

La domanda nel titolo potrebbe trarre in inganno, ma se siete curiosi di conoscere la mia opinione sul nuovo film di Bong Joon-ho (regista di Parasite) vi invito a leggere questa recensione. Quindi, benvenuti! Dopo sei anni da Parasite (prometto che prima o poi scriverò anche la recensione di Parasite), Bong Joon-ho torna con un film bellissimo e ricco di spunti interessanti. Dopo un capolavoro da Oscar come quello, le aspettative per questo film erano alte e così, preso dalla curiosità, me lo sono visto.

Mickey Barnes (Robert Pattinson) è un ragazzo che per sfuggire dai problemi della vita sul pianeta Terra, si propone volontario per una missione interspaziale sul pianeta Niflheim insieme al suo amico Timo (Steven Yeun) come equipaggio di questa nave che li avrebbe portati sul nuovo pianeta. Timo si è proposto come inserviente e Mickey come “sacrificabile”, uno che viene usato per dei test scientifici e poi ucciso e ricreato con la stampante 3D. Insomma una cavia. Così andare fino all’avvicinamento ad altri personaggi che interagiscono con lui, da Nasha (Naomi Ackie) a Kenneth Marshall (Mark Ruffalo), l’ex politico che aveva organizzato tutto quanto e per raggiungere la destinazione dove è in circolazione nell’aria un virus sconosciuto all’uomo e vissuto da strane creature chiamate “strisciante”.

Senza troppi giri di parole, è un bel film, nel suo genere. Ve lo dico subito, senza mezzi termini. Bong Joon-ho incarna perfettamente l’essenza del cinema orientale, lontano dall’occidentalismo spesso scontato e commerciale. La sua regia così surreale e autentica scava nella psiche dei personaggi, lasciando una riflessione profonda. È una storia con un parallelismo chiaro alla realtà che viviamo quotidianamente e con una riflessione filosofica posta nei confronti dei comportamenti dei singoli personaggi e anche del gioco del potere così schifoso da far illudere le masse e trattare gli esseri umani, alla fine, come oggetti. L’interpretazione di Mark Ruffalo così esilarante ma così squallida è nel complesso equilibrata e anche la regia ci ha messo il suo in questo. Robert Pattinson offre un’interpretazione solida, portando in primo piano il suo personaggio e accompagnandoci nella narrazione. Mickey è un protagonista complesso, capace di mostrarsi composto anche mentre rivela due facce della stessa medaglia. La sua evoluzione esplora diverse sfaccettature filosofiche legate alle sue azioni e al suo modo di pensare. La regia di Bong Joon-ho risulta filosoficamente azzeccata, inoltre. L’ho adorata perché così strana, diversa, inaspettata e mette in risalto vari generi in due ore e venti minuti di azione, fantascienza, dramma e riflessione pura su quell’aspetto che colpisce una società posta sotto un certo controllo ed illusa su cosa ti fanno credere che sia giusto e che sia sbagliato. Riesce a risaltare il grottesco con un po’ di ironia e quindi nel complesso è una regia evoluta, dinamica e che non si risparmia nulla. Bel lavoro anche a livello di sceneggiatura, essendo ricca di dettagli, elementi, sfaccettature e movimenti dei personaggi che sono simbolo di un messaggio da lasciare allo spettatore.

È una storia avvincente, per nulla noiosa e anche se può non giocare a favore per qualcuno, almeno spero possiate cogliere il messaggio principale che si vuole estrapolare da questa storia e credo che sia le interpretazioni e sia la regia, sono riusciti a metterlo in risalto. Se devo trovare un difetto, direi che il finale ha rischiato di risultare confusionario e frammentato. Tuttavia, è pienamente in linea con il genere fantascientifico e gioca un ruolo chiave nella chiusura della storia, anche se in alcuni aspetti risulta prevedibile.

Grazie, Bong Joon-ho, per questo ritorno. Il film mi ha coinvolto e lo consiglio a tutti. Alla fine, tocca aspetti di riflessione sociale che ci riguardano direttamente. Forse dovremmo rifletterci di più.



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