Recensione redatta da Valerkis
Vorrei iniziare con una premessa: la recensione
di questo film è dedicata ad un conoscente di famiglia molto caro (di cui
non farò il nome per motivi di privacy) che
purtroppo qualche mese fa è volata in cielo e lo ringrazierò sempre per
la simpatia dimostrata nei miei confronti e dei regali fatti durante la mia infanzia.
Per farmi trascorrere il tempo libero, mi regalava dei
film d’animazione e non, i quali possiedo ancora e una volta mi ha prestato
persino questo film scritto, diretto e interpretato da Leonardo Pieraccioni.
Spero che lassú possa arrivargli questa recensione.
Toscana, tempi odierni all’anno di produzione: la
vita di paese è veramente semplice, soprattutto nella cerchia di
persone e amici che si conoscono. L’inizio è veramente buffo, dove Rocco
Papaleo e Chiara Francini stanno interpretando i due protagonisti di “Grease” per preparare una rivisitazione villana del musical più conosciuto in tutto il mondo e tra le
varie generazioni. È la cerchia di amici protagonista ad occuparsi della messa
in scena, tra cui c’è Mariano Stoppani (interpretato da Leonardo Pieraccioni).
Mariano è un ortolano che possiede un banco al mercato insieme a sua
moglie Miranda (interpretata da Laura Torrisi). Qui,
come in tutti i film di Pieraccioni, il
“dialetto toscano” prevale nei dialoghi, cosa
che sottolineo positivamente sentendosi maggiormente a casa loro, dove possiamo trovare un territorio cordiale, accogliente e bello, nelle persone e nelle città e paesaggi. La vita dei due cambia quando Miranda incontra Andrea
(interpretato da Gabriel Garko) in visita al paese e propone alla protagonista
di fare, a tutti gli effetti, una proposta indecente.
Pieraccioni, insieme a Giovanni Veronesi,
scrivono una sceneggiatura in qualche modo discreta, nulla di eccezionale, in riferimento alla vicenda
da raccontare e in quella che vorrei
denominare “Visione Pieraccioniana”. Ah, interessante e come la spieghi
questa tua affermazione? Con tre parole: la prima è, toscanità; la seconda è, vicenda
amorosa o simile e terza è, riflessione correlata. La riflessione adottata in
questo film è risultata nel complesso genuina all’interno del racconto e nelle
conseguenze dei protagonisti. Vorrei sottolineare quanto sia stato
importante vedere nei contenuti speciali alcune scene tagliate, meglio chiamate
“scene eliminate”. Non credo sia stato proprio
l’ideale tagliare alcune scene, perché ha reso il
film un po’ elementare nei dettagli e sicuramente con il mantenimento
nel montaggio delle scene eliminate, la storia poteva essere più approfondita. Vorrei sottolineare il
personaggio misterioso di Don Pierino (interpretato da Tony Sperandeo) e lo reputo
da buon contorno alla vicenda, comprensivo nei
confronti di Mariano in determinate situazioni.
Il personaggio di Garko non mi ha colpito notevolmente, ma il suo fascino ha reso il personaggio interpretato nel complesso discreto
e infatti la sua, per il mio parere, è stata
un’interpretazione naturale. Imponente è stata anche la comparsa di Carlo
Conti. E Panariello? A casa? Mettici pure lui a sto punto e si riunisce così il
“Trio Toscano” più famoso d’Italia.
Questo film l’ho rivisto dopo anni e ho
ritrovato quella leggerezza onnipresente nei film di Pieraccioni, dove la
comicità toscana predomina e nonostante sia scontata la riflessione tramandata agli
spettatori in quelli che costituiscono i rapporti amorosi. Ma sicuramente è stata messa in scena una riflessione discutibile, in base ai vari punti di vista.
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