giovedì 13 ottobre 2022

Il primo film (non d’animazione) visto nella mia vita



Recensione redatta da Valerkis

Vorrei iniziare con una premessa: la recensione di questo film è dedicata ad un conoscente di famiglia molto caro (di cui non farò il nome per motivi di privacy) che purtroppo qualche mese fa è volata in cielo e lo ringrazierò sempre per la simpatia dimostrata nei miei confronti e dei regali fatti durante la mia infanzia. Per farmi trascorrere il tempo libero, mi regalava dei film d’animazione e non, i quali possiedo ancora e una volta mi ha prestato persino questo film scritto, diretto e interpretato da Leonardo Pieraccioni. Spero che lassú possa arrivargli questa recensione.

Toscana, tempi odierni all’anno di produzione: la vita di paese è veramente semplice, soprattutto nella cerchia di persone e amici che si conoscono. L’inizio è veramente buffo, dove Rocco Papaleo e Chiara Francini stanno interpretando i due protagonisti di “Grease” per preparare una rivisitazione villana del musical più conosciuto in tutto il mondo e tra le varie generazioni. È la cerchia di amici protagonista ad occuparsi della messa in scena, tra cui c’è Mariano Stoppani (interpretato da Leonardo Pieraccioni). Mariano è un ortolano che possiede un banco al mercato insieme a sua moglie Miranda (interpretata da Laura Torrisi). Qui, come in tutti i film di Pieraccioni, il “dialetto toscano” prevale nei dialoghi, cosa che sottolineo positivamente sentendosi maggiormente a casa loro, dove possiamo trovare un territorio cordiale, accogliente e bello, nelle persone e nelle città e paesaggi. La vita dei due cambia quando Miranda incontra Andrea (interpretato da Gabriel Garko) in visita al paese e propone alla protagonista di fare, a tutti gli effetti, una proposta indecente.

Pieraccioni, insieme a Giovanni Veronesi, scrivono una sceneggiatura in qualche modo discreta, nulla di eccezionale, in riferimento alla vicenda da raccontare e in quella che vorrei denominare “Visione Pieraccioniana”. Ah, interessante e come la spieghi questa tua affermazione? Con tre parole: la prima è, toscanità; la seconda è, vicenda amorosa o simile e terza è, riflessione correlata. La riflessione adottata in questo film è risultata nel complesso genuina all’interno del racconto e nelle conseguenze dei protagonisti. Vorrei sottolineare quanto sia stato importante vedere nei contenuti speciali alcune scene tagliate, meglio chiamate “scene eliminate”. Non credo sia stato proprio l’ideale tagliare alcune scene, perché ha reso il film un po’ elementare nei dettagli e sicuramente con il mantenimento nel montaggio delle scene eliminate, la storia poteva essere più approfondita. Vorrei sottolineare il personaggio misterioso di Don Pierino (interpretato da Tony Sperandeo) e lo reputo da buon contorno alla vicenda, comprensivo nei confronti di Mariano in determinate situazioni.

Il personaggio di Garko non mi ha colpito notevolmente, ma il suo fascino ha reso il personaggio interpretato nel complesso discreto e infatti la sua, per il mio parere, è stata un’interpretazione naturale. Imponente è stata anche la comparsa di Carlo Conti. E Panariello? A casa? Mettici pure lui a sto punto e si riunisce così il “Trio Toscano” più famoso d’Italia.

Questo film l’ho rivisto dopo anni e ho ritrovato quella leggerezza onnipresente nei film di Pieraccioni, dove la comicità toscana predomina e nonostante sia scontata la riflessione tramandata agli spettatori in quelli che costituiscono i rapporti amorosi. Ma sicuramente è stata messa in scena una riflessione discutibile, in base ai vari punti di vista. 

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