mercoledì 9 novembre 2022

Perdonami nonna, non ti congelerò!



Recensione redatta da Valerkis

Quando è uscito nelle sale, questo film l’ho giudicato dal titolo come strano, bizzarro e surreale. Ma che razza di film sarebbe? Ma davvero la commedia italiana è arrivata a questo punto? Tutte domande ignoranti da evitare assolutamente (come si dice: “Mai giudicare il libro dalla copertina!”) e intanto me le sono fatte. Ma mettiamo in riga la vicenda.

Ci sono due personaggi, due protagonisti, completamente differenti sia come personaggi sia come attori. Simone Recchia (interpretato da Fabio De Luigi) è un finanziere, considerato il migliore nei blitz anti-truffa ma dall’altra parte si sente frustrato nella sua vita perché non riesce ad ottenere la promozione ed è timido con le donne. Claudia Maria Lusi (interpretata da Miriam Leone) è una restauratrice di opere d’arte e minaccia che se non le finanzieranno la sua attività lavorativa, distruggerà un’opera importante, mostrando così la sua situazione instabile dal punto di vista lavorativo e neutra, se non insignificante, dal punto di vista affettivo. Ma allora la nonna? Chi è? È il personaggio chiave della storia, vive con Claudia ed è interpretata da Barbara Bouchet, una delle icone predominanti di quel genere conosciuto come “Commedia sexy all’italiana”. Truccata o no (ovviamente, che domanda) detiene ancora una buona presenza scenica nonostante i suoi 75 anni di età nel 2018. La Bouchet interpreta un personaggio che parla e agisce poco, però, nonostante la sua importanza. E poi viene congelata?

Ma come si incontrano i due personaggi principali? Attraverso un incontro casuale (o voluto da qualche segno del destino) durante un blitz di Simone, al punto da far scattare delle indagine effettuate nel pieno senso umoristico. Ma dopo varie battute e così approfondendo la conoscenza, ognuno entra nella vita dell’altro. Si instaura un rapporto sempre più confidenziale da parte di entrambi, iniziando nella maniera più timida possibile, soprattutto da parte di Claudia, dove era evidente come la paura era in preda ai suoi turbamenti.

Come ho detto prima, De Luigi e la Leone sono due attori completamente diversi perché hanno due stili recitativi completamente opposti, nonostante ci siano stati attimi, in particolare nel momento più intimo, dove percepivano la stessa emozione, la timidezza e raggiungendo così un punto di equilibrio nell’omogeneità recitativa. Diciamo che De Luigi nella sua timidezza ci ha messo un suo lato comico e buffo (alla fine lui proviene da quella branchia recitativa); la Leone ci ha messo la sua sensualità e la sua decisione femminile (per rispecchiare su come è riuscita ad entrare nel mondo dello spettacolo). Un passo che, in ogni modo, decreta una sua crescita nella carriera teatrale e cinematografica.

Giancarlo Fontana e Giuseppe Stasi hanno diretto una commedia leggera e nuova mettendo in risalto nella coppia De Luigi-Leone gli stereotipi classici di situazioni imbarazzanti sia normali sia dove i due si corteggiano, inserendo uno scenario ambiguo e misterioso, volendo far diventare quasi un giallo, ma purtroppo la vicenda sceneggiata da Fabio Bonifacci non mostra nemmeno un minimo aspetto di quella categoria. Però alla fine la storia ha decretato come l’amore vince sempre facendoti portare anche a fare cose che non vorresti oppure non sei abituato a fare (anche di illegale) e a questo il buon Simone l’ha mandato giù con difficoltà, ma per il bene dell’amore per Claudia e della sua attività lavorativa. Non è una sceneggiatura ben articolata, perché la storia non è complessa, anzi anche troppo semplice e se si fossero impegnati troppo sarebbe stato un film sopravvalutato, cosa che non è avvenuta (menomale) e alla fine è stata una direzione, quella della coppia Fontana-Stasi, discreta nel suo complesso e in quella che ha determinato la prosecuzione di tutto il lavoro.

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