giovedì 12 gennaio 2023

Anche Valerkis compra ai Grandi Magazzini!



Recensione redatta da Valerkis


Visto che siamo in periodo di “saldi invernali”, con l’occasione di rilanciare i consumi nonostante il periodo economicamente difficile, mi farebbe piacere ricordare questa commedia firmata dalla coppia Castellano e Pipolo. Siamo di fronte ad un "cult" vero e proprio della commedia italiana degli anni '80. Sono presenti molti degli attori più famosi in quegli anni e anche se la trama può sembrare banale, ha perfettamente raffigurato quelli che sono stati i costumi e i consumi degli italiani dell’epoca. In poche parole ai “Grandi Magazzini” c'è di tutto.


La trama racconta una classica giornata di lavoro (o di acquisti) dal punto di vista dei dipendenti (o dei consumatori), che parte alle 8 e finisce presumibilmente alle 20. I personaggi di questa vicenda sono tantissimi e partiamo dal primo che incontriamo, il dipendente Mazzetti (interpretato da Enrico Montesano), che si occupa di pulire i servizi dei dipendenti e per un favore che deve al collega De Rossi (figlio di "Gruber" - interpretato da Massimo Ciavarro) nascono delle esilaranti gag con il suo direttore (il dott.Anzellotti - interpretato da Alessandro Haber) e la moglie Helèna (interpretata da Laura Antonelli). Devo dire, sono state le scene più divertenti in assoluto, secondo me. Poi abbiamo Corrado Minozzi (interpretato da Massimo Boldi), il vigilantes dell'edificio ripreso spesso dal direttore al punto di scatenare la sua "tachicardia", ma nonostante le varie riprese resta comunque convinto di far bene il suo lavoro. Proprio un personaggio buffo! 

Il direttore (interpretato da Michele Placido) è un personaggio che si poteva far vedere maggiormente, ma forse è stato meglio così, perché per la moltitudine di impegni da sbrigare, si è risparmiato a farsi vedere mentre si faceva un drink con il consiglio di amministrazione della società e dicendo poche battute ma serie e distinte. A proposito del drink alla riunione, vorrei citare un altro personaggio che ha fatto la sua "sporca figura", l'attore Salviati (personaggio pensato per Alberto Sordi, che rifiutò e interpretato alla fine da Nino Manfredi) che deve fare uno spot per i “Grandi Magazzini”, ma il suo rapporto con l’alcol va a finire a farsi quel simpatico drink con il consiglio d’amministrazione e il direttore del complesso (non dimentichiamoci che viene accompagnato dal bizzarro personaggio interpretato da Leo Gullotta). Poi c'è il superficiale Antonio Borazzi (interpretato da Christian De Sica) che ha vinto la possibilità di spendere mezzo milione di lire, mostrandosi indeciso perché li vorrebbe spendere tutti non superandoli e mostrando così la sua schizzinosità nella precisione della spesa, ottenendo nulla di ciò che potrebbe ottenere. Ora passiamo ad un altro sketch, che potrebbe risultare insignificante con la storia del film e invece lo ha reso ancora più divertente, come è stata d’altronde la coppia che sto per citare, ovvero Paolo Villaggio e Gigi Reder, dove quest’ultimo si spaccia per l'inventore di un robot molto "resistente" (abbastanza fantozziano come momento) ma che riesce a muoversi come un perfetto giocattolo. Ancora, il personaggio di Heather Parisi (qui agli anni d'oro della sua carriera da showgirl) mi ha fatto abbastanza tenerezza, sinceramente, perché rimane intrappolata, a causa di un incidente, in quell'edificio così grande dove sei costretto ad acquistare qualcosa, anche la più inutile. Se lo avesse interpretato Eleonora Giorgi (inizialmente la parte spettava a lei) sarebbe stato meglio? Probabile, data la sua esauriente esperienza nel cinema. Poi, il corriere Valsecchi (interpretato da Renato Pozzetto) deve girare da una parte all'altra per consegnare pacchi e vivendo situazioni ambigue, inopportune ma divertenti anch’esse. Una cosa da dire, però, già con questo aspetto è presente una denuncia nei confronti di quella tipologia di lavoratori presi dalla fretta e dalla concorrenza, che quotidianamente vengono sfruttati in ogni aspetto. Concludo citando il personaggio interpretato da Lino Banfi (il senzatetto Nicola con sua figlia Assunta, interpretata dalla vera figlia di Banfi, Rosanna) che con le sue battute sarcastiche e in riferimento all’attualità dell’epoca, ha reso quell'ambiente di compravendita molto più colorito di quello che effettivamente si è mostrato. La comparsa di Ornella Muti in questa vicenda? Hanno voluto lasciare l’impronta di un'icona di quegli anni? Sicuramente, riferendosi alla scena del dipendente attratto da lei quando la vede gironzolare per i vari reparti.


Il film in questione è la rappresentazione di gag, rappresentative dei costumi e delle usanze della società italiana di quel periodo. Gli anni citati sono stati l'emblema di una netta ripresa dei consumi (non ai livelli degli anni '60) dopo gli anni di piombo e della crisi energetica del decennio precedente. Non a caso, il 1986 (anno di produzione e distribuzione di questo film) ha registrato un alto tasso di inflazione (incremento generale del livello dei prezzi), come quello del 2022, causata dalle conseguenze della crisi energetica degli anni '70, dalla ripresa dei consumi e da un’errata gestione da parte delle istituzioni nei confronti delle politiche fiscali (ovvero il controllo delle entrate e delle uscite effettuate dallo Stato). Gli anni '80 sono stati l'emblema di una ripresa d'animo da parte delle persone, soprattutto da parte dei giovani mostrando un interesse particolare nei confronti della musica, della moda e dell'aspetto fisico. Insomma è stato un periodo "technicolor" (parafrasando una delle tante evoluzioni tecnologiche di quel periodo e il colore che anima positivamente le persone). Poi non mi esprimo oltre per non dire fesserie nel rispetto delle persone che hanno veramente vissuto quegli anni.


Ognuno ha dato il suo e dico ognuno: Banfi con la sua comicità pugliese, Montesano con la sua parlata romanesca, Pozzetto con la sua parlata milanese, l'Antonelli con la sua sensualità e Haber con la sua comicità ansiogena. Placido freddo e deciso con i suoi colleghi, i suoi dipendenti e persino la sua segretaria (interpretata da Simonetta Stefanelli, moglie nella vita reale dello stesso Placido fino al 1994) e Manfredi decisamente un grande. De Sica un perfetto “coatto” con la testa fissata al fisico (come ho detto prima, in quel periodo era di tendenza avere cura del fisico). E come dimenticarci di Villaggio e Reder, altri due grandi e due simboli imponenti di quegli anni. Sottolineare che i movimenti robotici sono stati curati da "Zed", l'uomo robot ospite di "Pronto, Raffaella?". Che ottimi intrattenitori sono stati Villaggio e Reder!


Castellano e Pipolo sono stati una semplice coppia di registi e sceneggiatori della commedia all’italiana che hanno reso immortali delle tendenze, degli atteggiamenti di quegli anni che ancora oggi ricordiamo e così definire ancora una volta come questa coppia sia risultata vincente e importante per la storia della commedia all’italiana. 

La colonna sonora di Detto Mariano è stata imponente in questa vicenda ed é quella melodia che ricorderai sempre con allegria e spensieratezza, come quegli anni tutto sommato sembravano mostrare.


La canzone finale dei titoli di coda mi ha fatto venire voglia di entrare in un grande magazzino e comprarlo tutto, al punto di impoverirsi come il personaggio di Banfi e ovviamente mettermi lì davanti a chiedere l'elemosina.




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