Recensione redatta da Valerkis
Guardando sia il trailer sia dei video che trattavano la trama del nuovo film di Robert Zemeckis, mi sono fatto incuriosire da questa storia che percorre in grandi linee circa cento anni di storia, se non di più, se non addirittura dalla preistoria e in che modo? Attraverso un’unica inquadratura.
La trama è questa: dalla preistoria si arriva ai giorni nostri e si approfondiscono varie vicende attraverso questo punto di ripresa, dove intorno al diciannovesimo secolo cominciarono a costruire un’abitazione, nella quale hanno vissuto varie famiglie. Da questo periodo fino agli anni venti del 2000, sono passate generazioni di persone, ci sono stati momenti, fatti storici e come la società è cambiata radicalmente nel corso del tempo. Sostanzialmente si approfondisce la vicenda di Richard (Tom Hanks) e Margareth (Robin Wright) che dagli anni ’50 arrivano al periodo post-Covid, dove all’interno di quella casa avevano vissuto tanti momenti, sia belli sia tristi. Ma ci sono state altre famiglie, sia prima sia dopo, passando dalla Belle Époque all’influenza spagnola, al Dopoguerra, la Guerra Fredda e l’avvento del nuovo millennio.
Non vi aspettate il filmone d’autore, anche se ormai Zemeckis può portare il peso di una firma che racconta quasi cinquant’anni di carriera da regista e sceneggiatore. È un film molto semplice nella composizione anche se dietro le quinte e quindi nella preparazione, non si nasconde il fatto di aver usato l’IA (Intelligenza Artificiale) per ringiovanire gli attori protagonisti e usandola, ha rischiato di rendere la scenografia e la fotografia poco naturale, in alcune riprese. Ecco, se devo trovare un lato negativo di questo film l’ho trovato. Personalmente, penso sia un enorme potenziale per rendere i personaggi più credibili al momento opportuno della ripresa e si conferma come ormai questa nuova forma di tecnologia sta rivoluzionando il modo di fare cinema. Il montaggio non è risultato alquanto elementare perché è stato un fattore molto importante in tutto il film. Il lavoro eseguito non è stato per niente disastroso, anzi ha iniziato nel modo da comporre i vari tratti di inquadratura (lo so, statica), nei vari periodi storici e cercando di restare coerenti all’andamento di una vicenda che avanza e torna indietro di colpo (vi avverto).
È una storia vivace e ti cattura completamente, questo è poco ma sicuro e le interpretazioni degli attori sono state libere e spontanee. Il tempo passa, se ne va e non tornerà più…cantava qualcuno e se ripensassi alla vicenda dei due principali personaggi di questo film, ovvero Margareth e Richard, si comprende maggiormente questa riflessione posta. Forse il film ti cattura anche per questo motivo, perché Zemeckis nella sua sceneggiatura (scritta insieme a Eric Roth, già colleghi per la scrittura di “Forrest Gump”) mette in risalto questo importante aspetto che, a volte, sottovalutiamo. Interpretazioni giuste, sceneggiatura coerente e film apprezzato per la sua vivacità e il fatto che risulti attraente nella sua difficile e statica inquadratura, anche se di fondo sono cambiate le persone e aspetti di cui nemmeno ci accorgiamo.
Consigliatissimo per godervi neanche un paio d’ore di una commedia sentimentale che vale la pena vedere e citerei anche Alan Silvestri (compositore di oltre 100 film) alla colonna sonora, capace di accompagnare i vari momenti che hanno attraversato quella fissa inquadratura, così importante per la storia che andrete a visionare.
Nessun commento:
Posta un commento