Recensione redatta da Valerkis
So che questa recensione doveva uscire più di una
settimana fa, ma per tanti motivi non sono riuscito a pubblicarla. Comunque
eccola qui, buona lettura:
Più o meno, tutti i presenti in questo pianeta
sanno parzialmente, completamente o approfonditamente i fatti dell’11 settembre
del 2001, in ogni punto di vista da qualsiasi paese del mondo. Scommetto che,
se potessero, parlerebbero persino gli alberi. Anche la Statua della Libertà!
Il film di Oliver Stone è uno dei tanti prodotti
cinematografici o documentaristici inerenti agli attentati di quel giorno ed è
un film che rappresenta perfettamente tutto ciò avvenuto, anche come tutto il
mondo si è fermato davanti il televisore a vedere le terribili e catastrofiche
immagini globali della CNN fisse sulle due Torri Gemelle del World Trade
Center, simbolo della “Grande Mela” e della modernità architettonica. Questo
film si è rivelato meno superficiale del previsto e vengono adottati punti di
vista differenti ma soprattutto unici e indivisibili. Il punto di vista adottato
principalmente è il fatto di raccontare la
storia vera di quel giorno dagli occhi dei
membri delle forze dell'ordine intenti a far evacuare le persone dalla prima Torre colpita al punto
di rimanere incastrati
tra le macerie del crollo.
In questa vicenda, John McLoughlin
(interpretato dal Premio Oscar Nicolas Cage) è un sergente del Dipartimento di
Polizia Portuale di New York City che coordina i suoi uomini
nell’organizzazione del proprio lavoro e qui abbiamo gli altri protagonisti
della vicenda. L’unico che vorrei citare perché si può considerare quello più
predominante nella storia è Will Jimeno (interpretato da Micheal Peña). Durante
quell’11 settembre, questi due eroi sopravvissero ad una strage globale come
altre diciotto persone, considerate le uniche sopravvissute tra le macerie di
quella strage. Durante il momento di agonia tra la vita e la morte, i due
protagonisti lo trascorsero cercando di aiutarsi a resistere alle condizioni
fisiche e psicologiche decisamente drammatiche. Parlare di ogni cosa e fare
rumore erano le uniche modalità per tenersi in vita. Dove da una parte c’è
l’agonia, dall’altra le signorine McLoughlin e Jimeno (interpretate
rispettivamente da Maria Bello e Maggie Gyllenhaal) avevano le ansie e angosce
che tutti provavano, soprattutto nei confronti dei propri mariti. Un altro personaggio importante in questa vicenda è stato
il Marines Dave Karnes, considerato l’eroe dei due protagonisti sopravvissuti e
il premonitore delle conseguenze di quegli attentati (la sua prima battuta dice:
“Se non lo avete ancora capito, siamo in
guerra!”). Micheal Shannon si è atteggiato come un vero Marines,
interpretando un personaggio a disposizione nel dare una mano e quando
intendevo che lui era un premonitore, dopo questi attentati si arruolò nuovamente
nei Marines per andare a combattere in Iraq nel 2003 (la guerra dichiarata dal
Presidente George W. Bush dopo gli attentati dell’11 settembre insieme a quella
in Afghanistan per annientare il terrorismo islamico, “causa principale” degli
attentati accaduti).
É stata una storia commovente quella del film firmato Oliver Stone per la sceneggiatura di Andrea
Berloff, curata in maniera buona per la spiegazione dei fatti e lasciando da
parte le varie teorie esistenti, i complotti e la politica ma risaltando quello
che hanno provato tutti, da chi stava semplicemente guardando la televisione a
coloro in preda tra la vita e la morte come poliziotti, pompieri e civili.
Cage e Peña sono stati degli ottimi interpreti di
una tragedia globale e discutibile ancora dopo ventuno anni dall’accaduto e
ottima la capacità di Oliver Stone nel dirigere alcuni dei personaggi più
drammatici visti finora e nel raffigurare i momenti più critici nella
maniera più claustrofobica possibile. Anche la
Bello e la Gyllenhaal hanno dato la loro buona interpretazione come mogli alla
rincorsa per salvare moralmente i loro uomini. Le mie ovazioni vanno anche alla
colonna sonora firmata Craig Armstrong, ampliando la drammaticità che
già il film trasmette.
L’11 settembre del 2001 poteva essere la classica giornata
lavorativa oppure poteva essere particolare per un fidanzamento, un matrimonio,
una festa importante, un evento significativo di qualsiasi genere e invece
tutto il mondo si è fermato quel giorno, tranne per coloro che ci hanno rimesso
la vita per salvarne altre. La città di New York è stata invasa da nubi di fumo
e terrore, panico, angoscia e disperazione. Ne
potremmo parlare per ore, per giorni, per settimane di questo evento, di questi
attentati, di questa tragedia che da quando ne sono venuto a conoscenza nella
mia vita ho sempre pensato di non considerarlo un attentato qualsiasi, ma
qualcosa di più imponente e tragico. I risultati
sono stati una diffusione del terrore e l'indebolimento della
società, come quella occidentale, rendendola molto più vulnerabile
scatenando ulteriori violenze. Non dimentichiamo
tutto questo e riflettiamo per trovare una forza unica contro queste follie
dove si richiede assoluto impegno e volontà
da parte di tutti, nessuno escluso.
Non dimentichiamo ciò che è accaduto, per favore!
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