Recensione redatta da Rickers
Per una persona appassionata di
videogiochi, come me, è sempre bello parlare di tutto ciò che riguarda quel
mondo. Il film di cui parlerò a breve riflette in pieno questa mia
affermazione.
Io sono un videogiocatore da
quando avevo più o meno 6 o 7 anni e, da allora fino ad oggi, i videogiochi
hanno contribuito ad arricchire il mio tempo libero e a formarmi come bambino e
come adolescente. Da piccolo non badavo troppo al passato, ma più che altro mi
soffermavo su quello che era il presente, tuttavia nel corso degli anni ho
approfondito molto le mie conoscenze in ambito videoludico venendo a conoscenza
delle vecchie glorie del passato: “Pac-Man”, “Space Invaders”, “Super Mario”, “Donkey
Kong”, “Duck Hunt”, “Tetris”, “Arkanoid” solo per citare alcuni nomi.
E se vi dicessi che esiste un
film che racchiude tutte queste glorie, voi non lo andreste a guardare
immediatamente?
“Pixels” nasce con questa
premessa. Un film che nasce senza troppe pretese con il mero obiettivo di
accaparrarsi quanto più nostalgici della generazione videoludica degli anni
80’, quella stessa generazione che ha conosciuto e giocato le vecchie glorie
sopra citate.
La trama di “Pixels” è quanto di
più fuori di testa possiate mai pensare. Il film inizia nel 1982. Il giovane
Sam Brenner (interpretato da Adam Sandler) e il suo migliore amico William
Cooper (interpretato da Kevin James) partecipano ad un concorso in cui la NASA
invierà immagini e filmati della cultura videoludica nello spazio tramite una
capsula del tempo. Chiunque vincerà il concorso potrà scolpire il suo nome
nella storia dei videogiochi. A contendersi la vittoria sono Sam e Eddie Plant
(interpretato da Peter Dinklage) ma a spuntarla è Eddie. Anni più tardi, nel 2015,
la Terra subisce un massiccio attacco alieno. Si viene a scoprire che gli
alieni hanno intercettato la capsula e convinti che l’umanità abbia dichiarato
loro guerra hanno iniziato l’attacco, usando come armi gli stessi videogiochi
creati dagli umani. Viene subito allestita una squadra speciale di ex
videogiocatori e esperti informatici, di cui Sam fa parte, la quale dovrà far
fronte all’emergenza.
Il film è abbastanza incasinato,
ma in senso buono. Già la trama è totalmente malata, ma dal punto di vista più
positivo del termine. È una “pazzia” che funziona perché mirata a creare
goliardia a causa della sua assurdità. Il film, e tutte le sue premesse, non
parte con serie intenzioni, anzi. Il film funziona, dal punto di vista della
scrittura, proprio perché non vuole farsi prendere sul serio. Il girato (regia
di Chris Columbus) è stato curato abbastanza bene (con molte lacune, come è
ovvio in queste genere di film) ma contribuisce a rendere questo film
divertente al punto giusto. Il recitato anche funziona, ma poteva offrire molto
di più. A partire da Dinklage, sottotono e molto al di sotto delle sue
altissime capacità, anche Sandler non mi ha troppo entusiasmato nonostante mi
ritenga un suo grandissimo estimatore. Il resto del cast, che comprendeva anche
Michelle Monaghan, Josh Gad, Jane Krakowski, Sean Bean, Ashley Benson, Denis
Akiyama (che interpreta Tohru Iwatani, il creatore di Pac-Man) e in un cameo
anche Serena Williams, famosissima tennista, non ha di certo impressionato,
offrendo però una prova mediocre ma funzionale al tipo di pellicola proposta.
Le musiche sono curate da Henry
Jackman. Jackman è senza dubbio un elemento di grande spessore dato che ha
lavorato con nomi come Mike Oldfield, Elton John e Hans Zimmer; inoltre ha
curato le musiche di molti altri film tra cui “Monsters vs. Aliens” (2009), i
due “Kick-Ass” (2010 e 2013), “Ralph Spaccatutto” (2012), “Turbo” (2013), “Big
Hero 6” (2014) e che dopo “Pixels” avrebbe realizzato anche quelle di “Uncharted
4: Fine di un Ladro” (2016) e di “Ralph Spacca Internet” (2018). Dalle sue
musiche mi sarei aspettato molto di più. Spezzo una lancia in favore del
doppiaggio localizzato, ben confezionato e convincente in ogni scena.
In definitiva, “Pixels” non nasce con nessuna premessa in particolare e questo è il suo punto a favore. Il film funziona molto bene come pellicola demenziale e grottesca, meno come un film “normale”. Non montatevi troppe aspettative perché rimarrete delusi non poco. Recitato non ottimale, musiche convincenti ma anonime e una storia abbastanza malata rendono questo film non adatto a tutti. Concludendo, film sufficiente ma niente di più.
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