mercoledì 19 aprile 2023

Non sto piangendo, è solo entrata un’infanzia dentro i miei occhi


Recensione redatta da Valerkis

Ma quando è stata la prima volta che ho conosciuto il personaggio di Super Mario, fammi pensare…Ah ce l’ho. Era il 2011/2012, più o meno e i figli della migliore amica di mia madre avevano, insieme a me a quell’epoca, il Nintendo DS Lite e mi fecero conoscere una funzione che poi ho sfruttato per un po’ di tempo, io e molti altri della mia generazione: la “connessione multiplayer”, ovvero il fatto di giocare tutti insieme ad un gioco comune. Oltre a questo, mi hanno fatto conoscere il protagonista della recensione di oggi grazie al gioco “Mario Kart DS”. Quanti pomeriggi e serate trascorsi anche insieme ai miei compagni di classe delle elementari con questo ottimo compagno di avventure!

E poi è arrivato “New Super Mario Bros” sempre per il DS e lì, capirai, ci ho passato un’estate intera (se non erro, era il 2012 o il 2013) e quando l’ho finito…non ci volevo credere. Un viaggio di mesi, in otto mondi contro tutto e tutti per salvare l’affascinante Principessa Peach, di cui tanto Mario è innamorato. Ci hai messo mesi? Ora voi mi direte, ma non avevi una vita sociale dieci anni fa? Si, ma non come ora.



Ma passiamo al film diretto da Aaron Horvarth e Micheal Jelenic: il primo trailer l’ho visto alla fine dello scorso anno e solo un’emozione ho percepito: paura. Di cosa? Che fosse sbagliato, ridicolo e fatto “tanto per” come se non ci fossero più idee nel cinema internazionale, ricorrendo magari anche ad un pizzico di "trash", facendomi cadere un personaggio come "Super Mario". Invece vi dirò… 


Nintendo e Illumination decidono di regalarci una storia tipo videogioco del mitico idraulico, facendoci addentrare per bene in una vicenda ricca di riferimenti al mondo di Super Mario. Il film é stato prodotto da Chris Meledandri (il produttore di “Cattivissimo Me”, “Minions”, "Pets" e non solo…) e da un nome che ha fatto nascere tutto quanto, portando in vetta la casa giapponese, Shigeru Miyamoto. Così facendo ha deciso di festeggiare i suoi settant’anni di età, attraverso questa possibilità per non dimenticare un personaggio, a tutti gli effetti storico, come "Super Mario" e tutto il suo mondo. Insomma nata questa collaborazione tra gli animatori dei Minions e il papà di Super Mario e compagnia bella, ci addentriamo in una vicenda fatta di buoni, cattivi, tubi, abilità e lealtà.

Come non dimenticarsi di Bowser (quante ce ne dovrà ancora pagare a tutte le perdite subite) che ancora una volta vorrebbe riprendersi tutto e arrivare a lei, l’affascinante e abilissima principessa Peach. Da subito, vi dico, si vede un aspetto della Principessa inverosimile alla realtà (lei non è così propensa all’abilità, è sempre stata una succube da buona principessa comune che deve essere), ma devo dire l'ho apprezzato tanto quest'aspetto. Nel mondo reale ci sono Mario e Luigi, due fratelli idraulici che vorrebbero essere sempre disponibili e pronti a risolvere ogni problematica nel loro campo lavorativo. Ma ad un certo punto, vengono catapultati in un’altra realtà, grazie ad un tubo (quel mitico tubo verde che vai da una parte all’altra) che li porterà sia nella serenità e sia nelle tenebre. Mario incontra così la principessa Peach, che insieme a Toad (quel simpatico funghetto di turno) partono per un’avventura attraversando vari mondi (esattamente quelli dei vari capitoli: deserti, zone rocciose, foreste…). 

Quanti riferimenti che voi non potrete immaginare e aspettare! È un film che non risulta sgarbato, esagerato, ma semplice e visionabile a tutti. Torni bambino per novantadue minuti ed entri in un mondo, che nel tuo piccolo, ci sei entrato giocando ad almeno un capitolo della saga. I riferimenti vanno dalle esclamazioni ai personaggi (buoni e cattivi), ma mi sono mancati, lo devo dire questo, quando Bowser deve fare la sua mossa finale i suoi vivaci scagnozzi principali: i “Bowserotti” e quel maledetto viziato di Bowser Jr. (me la deve pagare anche lui, gli altri nominati prima neanche tanto perché devo dire provavo una certa simpatia nelle loro malvagità). 

Vi consiglio, almeno una volta, di dedicare novantadue minuti della vostra vita ad un mondo costituito da molte galassie (spero che abbiate capito il riferimento), azioni virtuose e semplicità, al punto di rendermi simpatico un personaggio come Bowser rendendolo a tratti mediocre, sdolcinato e ridicolo. E io ridevo, giustamente. 

La colonna sonora é stata tutto sommato azzeccata, firmata da un nome di spicco, Brian Tyler (colui che ha composto la sigla della Formula 1 dal 2018 ad oggi, per intenderci) e con la presenza, persino, di due brani famosi nella cultura di massa, usati per rendere alcune scene elettrizzanti e movimentate che hanno dato importanza nel comprendere ciò che stavano facendo i protagonisti (“Take On Me” degli A-ha e “Thunderstrack” degli AC/DC). La colonna sonora è stata firmata anche da Koji Kondo, riportandoci i classici motivetti della saga. 

L’unica cosa che posso dirvi (ma solo perché si vede nel trailer e quindi non posso considerare spoiler anche questo) è che l’utilizzo dei kart e il fatto di percorrere la pista arcobaleno per andare alla destinazione interessata, mi ha reso proprio appagato con una sfumatura, personale, di alterazione, perché odio profondamente la pista arcobaleno (quante sconfitte ho avuto su quella pista!). Tutto è stato bellissimo in merito al riferimento della saga di “Mario Kart”! 

Poi, la presenza di Donkey Kong (e Diddy, per un secondo)…era obbligatoria dai…Mario è nato grazie a lui (“Donkey Kong” per la console NES (Nintendo Entertainment System) del 1981). 

Direi buona è stata la prova per il doppiaggio italiano di Mario, fatta da Claudio Santamaria notando come ha cercato di dare il massimo (riuscendoci pienamente) ad interpretare vocalmente l’idraulico dalla maglia rossa e dalla tuta a spalline blu. 

Grazie Aaron Horvarth e Micheal Jelenic (alla regia), grazie a Matthew Fogel (alla sceneggiatura), grazie a Miyamoto, Meledandri, Tyler, Kondo e tutti coloro che hanno reso indimenticabile, con questo film animato, un’epoca dove la Nintendo è stata in testa a tutti (e spero tutt’ora). 

C:\Users\valer\AppData\Local\Microsoft\Windows\INetCache\Content.MSO\C15A92D1.tmpSuper Mario Odyssey sur SWITCH, tous les jeux vidéo SWITCH sont chez  Micromania

sabato 15 aprile 2023

SPECIALE PRIMO ANNIVERSARIO: Il mio film preferito


Recensione redatta da Valerkis

Il 13 aprile scorso è stato esattamente un anno che il blog in questione risulta presente in questo vasto mondo chiamato “Internet”. Per l’occasione ho proposto un sondaggio, circa un mese fa, sul profilo Instagram del blog (vi invito a seguirci per rimanere aggiornati sui contenuti che pubblichiamo) tra la mia prima recensione scritta e il mio film preferito. Ha vinto quest’ultimo. E allora cosa aspettiamo…



Esattamente cinque anni fa, mentre sentivo una delle canzoni presenti in questo film, se non la canzone portante della storia, ovvero “By This River” di Brian Eno, mi ritrovo su YouTube tra i video consigliati un montaggio di alcune scene di questo film che mi ha interessato fin da subito e così me lo sono recuperato immediatamente. La canzone di Eno è molto toccante e ti avvolge nella piena angoscia e tristezza che trasmette. Già al tempo avevo detto la mia opinione in una ripresa personale conservata con cura, ma con pochissima analisi e direi anche imbarazzante. Avevo fatto un’analisi in completo “spoiler” e ribadendo concetti (scontati) sulla comprensione di come i figli per i genitori, sono una cosa preziosa frutto del loro amore (giustissimo, ma si può dire qualcos’altro?!).


Cinque anni dopo, con più passione e maturità acquisita rispetto alla prima stesura, ci sarebbe qualcos’altro da dire.


Però prima la trama: Giovanni (interpretato da Nanni Moretti) è uno psicoanalista che vive in una famiglia pienamente benestante e non può lamentarsi di nulla. Insieme a lui ci sono la moglie Paola (interpretata da Laura Morante) che lavora in una casa editrice e poi ci sono i figli Andrea (interpretato da Giuseppe Sanfelice) e Irene (interpretata da Jasmine Trinca, al suo esordio in carriera appena diplomata alle scuole superiori). La famiglia protagonista viene influenzata da fatti che riguardano Andrea per vari motivi: il primo riguarda un furto e il secondo, una conseguenza più grave a livello totale. Per paura o per perdita di…apprezzamento, se così vogliamo dire, Andrea mente, ma lo saprà solo Paola, la madre, alla quale si è confidato. Il dramma che colpisce  Andrea stravolge pienamente la famiglia, facendola crollare completamente. La vicenda prosegue così tra alti e bassi, quando un giorno arriverà Arianna (interpretata da Sofia Vigliar) una misteriosa corrispondenza di Andrea conosciuta durante un’estate in villeggiatura. Grazie alla conoscenza fatta con la ragazza, i familiari riusciranno a ritrovare quell’equilibrio frantumato dalle forti emozioni e cercando magari di conoscere degli aspetti ulteriori e nascosti riguardanti il figlio. 

Concludo con il cast citando altri interpreti come Silvio Orlando (attore che ha collaborato tantissimo con Moretti dai tempi del film “Il Portaborse” fino a “Il Caimano” per riprendere quest’anno con il suo nuovo film, “Il Sol dell’Avvenire”), Stefano Accorsi, Renato Scarpa, Claudio Santamaria e tanti altri. 

Volete che vi rispondo subito alla domanda che (giustamente) vi starete facendo: “Perché proprio questo è il tuo film preferito?”. Vi rispondo subito che non sto favorendo né Moretti (anche se potrei farlo considerando che è uno dei miei registi italiani preferiti) né il cinema italiano (potrei farlo anche questo, ma non credo sia il caso). Potrei dare una risposta scontata e banale e quindi questa diventerebbe una recensione inverosimile, ma prima di essere frainteso vi rispondo al quesito posto. 

Si nota una situazione dove i protagonisti non conoscono le fragilità umane, perché magari non sono mai stati colpiti in prima persona. Per arrivare al coinvolgimento totale di fattori che scatenano emozioni forti e rischiano di ritrovarsi in un vortice senza via d’uscita. Cosa ho detto prima, Giovanni è uno psicoanalista che non può lamentarsi della sua vita, ma ovviamente dopo ciò che gli capita, andare avanti nel suo lavoro, in particolare, gli risulta sempre più complicato. Il cervello fa brutti scherzi nei traumi (giustamente) e suoni, rumori, immagini emergono continuamente e il crollo è inevitabile. L’uso del “primo piano” è stato imponente, se non fondamentale, per mostrare meglio le capacità recitative dei protagonisti e capire con una semplice occhiata la situazione descritta. Per un attimo, potrebbero solo usare gli sguardi e meno le parole. Io aggiungerei anche un altro fattore, secondo me, passato un po’ inosservato: lo smarrimento. Ma se analizzate bene è pienamente visibile, soprattutto in Giovanni.

Nanni Moretti è stato molto imponente alla regia in questo film. Come attore è riuscito ad interpretare un personaggio impassibile alla realtà che gli circondava e decadente nelle sue emotività. Ma qui ha contato molto la sua regia! Alla Morante non le si può dir nulla, se non la sua bravura nel mostrare la sua piena fragilità. Per arrivare ai due ragazzi: Sanfelice ha interpretato un classico ragazzo innocente ma che una “ragazzata” lascerà ai suoi familiari qualche dubbio e per arrivare infine ad una determinatissima Jasmine Trinca. Rispetto ad altre interpretazioni successive, si nota come questa non sia un’interpretazione dominante, ma comunque dignitosa in base al trauma nel quale viene immersa e interpretando pienamente un personaggio, che di suo deve affrontare il periodo della crescita. 

Questo film ha dominato, in particolare, ai David di Donatello e ai Nastri d’Argento del 2001: 3 vittorie (miglior film, miglior colonna sonora e miglior attrice protagonista a Laura Morante) su 12 candidature ai David e 2 vittorie (regia del miglior film e premio speciale a Jasmine Trinca) su 9 candidature ai Nastri. Vincitore della Palma d’Oro a Cannes. Vincitore di tutte le sue 5 candidature ai Ciak d’Oro e 2 vittorie su 3 candidature ai Globo d’Oro.

Secondo me sono state vittorie nel complesso meritate e ora parliamo della colonna sonora. Già il nome dice tanto, il Premio Oscar Nicola Piovani (il compositore di film come “La vita è bella”, “Il Marchese del Grillo” e tanti altri…) che ha la capacità di creare composizioni brevi ma intense e indimenticabili, quelle che come le risenti, le riconosci subito. Ottima composizione, veramente! Nel mezzo ci sono anche il brano di Brian Eno, appunto, il brano “Insieme a te non ci sto più” cantata da Caterina Caselli, “Synchronising” di Michael Nyman e “Siamo gli eroi” cantata da Paola Turci. Ritornando un attimo alla canzone della Caselli, questa viene cantata da tutti i protagonisti della vicenda, mostrando perfettamente come in fondo era una famiglia unita, anche nell'alternarsi dei momenti che caratterizzano la vicenda, continuando a rimanere quelli che sono. Gli “alti e bassi” sono rilevanti perché, a causa del riemergere del trauma, la famiglia tende a sgretolarsi nelle proprie angosce, al punto di attribuire a se stessi dei “sensi di colpa” veri e propri. In questo Giovanni lo fa in continuazione. Ma in ogni modo cercano di reagire nonostante il tormento sia più forte di loro. Poi ci sono i brani , nelle scene intermedie del lungometraggio.

Nanni Moretti con questo è arrivato ad un punto della sua carriera che ha messo da parte i suoi cavalli di battaglia come la politica, l’aspetto psico-sociale, le contestazioni, la critica, per scrivere una storia tutta sua (ha curato lui il soggetto e la sceneggiatura insieme a Linda Ferri e Heidrun Schleef) pienamente toccante e profonda, in ogni forma e stile.

Due note finali per concludere la recensione: la prima riguarda l’incontro iniziale di Giovanni con il gruppo di persone che ballavano una danza tipo quelle che fanno le tribù africane, ricalcando come il “ballo” per Moretti sia onnipresente nei suoi film (In realtà il mio sogno è sempre stato quello di saper ballare bene […] e alla fine mi riduco sempre a guardare, che è anche bello però, è tutta un’altra cosa” diceva in “Caro Diario”). La seconda nota è l’aiuto regia curata da Andrea Molaioli, vincitore di 3 David di Donatello nel 2008 per il film “La ragazza del lago”. Certo che ne ha lanciati Nanni di nomi che poi sono diventati di spicco, anche grazie alle sue produzioni e distribuzioni!

Grazie per averci emozionato, merci beaucoup Nanni (ti ringrazio in francese come hai ringraziato tutti a Cannes nell’ormai lontano 2001).


giovedì 13 aprile 2023

Un anno

Era il 13 aprile di un anno fa, quando Valerkis ha deciso di realizzare l’idea di pubblicare ciò che lui scriveva, in merito ai film che guardava. Scriveva per soddisfare delle richieste fatte da amici e per delle soddisfazioni personali, ma gli elaborati sono stati tenuti nascosti finché non è arrivato il giorno di apertura di questo blog. Poi si è aggiunto Rickers e da lì è nata la collaborazione che determina il ricco lavoro che costituisce tuttora questa piattaforma, ancora sconosciuta per molti e credo ci sia solo un modo per diffondere e far conoscere tutto questo: i “social”. Quelli che tanto mettiamo in discussione per futilità, ma abbiamo l'occasione buona per renderli utili proprio attraverso questo, cercando di diffondere contenuti che possono interessare alle persone e di risvolto pienamente culturale. Questo 2023, nonostante sia iniziato come un periodo (negli ultimi due/tre mesi) dove i contenuti hanno scarseggiato un pochino, potrebbe essere un anno ricco di novità, articoli e recensioni più definite del 2022. Ma d’altronde la nostra vita è composta non solo da questo, ma anche da altro e le organizzazioni saltano, purtroppo, anche al costo di rendere il proprio elaborato un piccolo “gioiello” che a qualcuno magari può interessare e diventare così dei punti di riferimento. In un anno siamo riusciti ad instaurare una collaborazione nel complesso genuina ed equilibrata che ha permesso di costituire a tutti gli effetti “Il Mio Personale Cinema”. La strada è ancora lunga, le scalinate sono enormi da compiere, ma l’importante è andare avanti e credere nel proprio lavoro. Vi ringraziamo per le visite che ci avete concesso nel corso di un anno, con alti e bassi, con delusioni e con piccolissime soddisfazioni. Grazie a tutti voi! Valerkis e Rickers Il Mio Personale Cinema

mercoledì 5 aprile 2023

100 anni di Aeronautica Militare




Articolo-recensione redatto da Valerkis

Il 2023 per l’Italia è stato un anno caratterizzato da una ricorrenza imponente per una categoria delle forze armate che sicuramente ha fatto la storia nel passato ricorrente al secolo scorso e ai tempi odierni. Cento anni fa si sentiva il bisogno di una squadra di aviatori che sorvegliavano i cieli italiani per proteggere la patria e non solo. L’Aeronautica Militare la pensiamo nell’immaginario collettivo, in particolare, per i caccia che decollano per farci vivere lo spettacolo delle frecce tricolori. Non solo si occupano di questo, ovviamente, però ci dedicano dei momenti di puro intrattenimento.

È una lunga storia e ricca di avvenimenti costituiti da fatti, sbagli, commemorazioni e aeromobili di ogni genere utilizzati nel passato indicato precedentemente e ancora oggi. Tra il 24 e il 29 marzo, a Piazza del Popolo a Roma, è stata allestita una zona dove si è ripercorsa la storia dell’Aeronautica Militare, con la possibilità di provare simulatori di volo e di vedere l’esibizione di un Eurofighter Typhoon, un Panavia Tornado etc… Per finire, c'era la possibilità di leggere informazioni inerenti alla loro storia e prendere qualche gadget come portachiavi e calendario. Per arrivare il 28 marzo a celebrare il centenario, attraverso l’esibizione di molti degli aerei utilizzati da parte dell’Aeronautica e per concludere con il mitico spettacolo sopra il cielo di Roma delle frecce tricolori.


La sera del 29 marzo, per celebrare nuovamente il centenario, Rai 1 ha trasmesso in prima serata un docufilm intitolato “I cacciatori del cielo”, diretto da Mario Vitale che attraverso la sceneggiatura curata da Pietro Calderoni, Valter Lupo e Alberto Negrin è riuscito ad alternare vicende raccontate sempre con lo stile classico da “fiction Rai” e tratti documentaristici grazie alla collaborazione con l’Istituto Luce di Cinecittà per il loro immenso archivio di riprese e di ricordi passati (soprattutto bruttissimi). 

Siamo in Guerra, per la precisione la Prima Guerra Mondiale e un gruppo di aviatori dell’esercito italiano, in Friuli Venezia Giulia sono sempre in tensione e pronti al combattimento contro gli austro-ungarici che facevano da confine e volevano conquistare quel territorio. Giuseppe “Beppe” Fiorello (interpretante il protagonista, Francesco Baracca, ovvero il padre dell’Aeronautica Militare Italiana) ha interpretato con maestosità e diligenza, un personaggio reattivo, competente, pronto a tutto ma con le sue fragilità (e la Rai ha questo potere di far emergere da subito, con i loro prodotti, il lato umano che esiste in ognuno di noi e in questo riesce benissimo, anche nei film che dovrebbero essere puramente documentaristici). Per arrivare al resto, conoscendo gli altri due personaggi chiave: Pier Ruggero Piccio (che diventerà il Primo Capo Maggiore dell’Aeronautica nella storia, interpretato da Luciano Scarpa) che con durezza ha appoggiato da sempre le filosofie di Baracca, apprezzando notevolmente. Per arrivare a Bartolomeo Piovesan (personaggio immaginario che ha rappresentato la terza persona che ha dato luce alla costituzione dell’Aeronautica, interpretato da Andrea Bosca), il meccanico personale del protagonista che dai trattori ha avuto la grande opportunità di lavorare per un personaggio imponente all’epoca come Francesco Baracca. Tra i due c’è un “feeling” positivo da subito, negli sbagli e nelle prospettive di un futuro migliore. Diventano due amici che si sono aiutati nel loro piccolo finché poterono.

In questo docufilm c’è l’aspetto privato di Baracca e si vede anche l’aspetto più sentimentale della vicenda e nei confronti del protagonista, in particolare quando conosce l’amore di quell’epoca e si chiama Norina Cristofoli (interpretata da Claudia Vismara), aspirante cantante lirica che trova fascino nei confronti del suo amante. Lui ricambia ma non troppo per la vita che vive. 

Francesco Baracca venne visto all’epoca come un vincente, un conquistatore, un eroe, un “Napoleone” della Prima Guerra Mondiale, che veniva visto da tutti come un idolo e come una persona seguita e interessata dai poveri civili che subirono tutte le tragedie che l’uomo è in grado di compiere.





Lui è stato quel personaggio che ci ha fatto conoscere il famoso stemma del “Cavallino Rampante” e concesso dopo la morte del Baracca stesso, ad Enzo Ferrari come logo ufficiale della sua azienda. Tornando al discorso delle emozioni e quindi dell’aspetto sentimentale, sottolineando nuovamente come la Rai in questo riesce sempre benevolmente, si risalta molto la paura, ma anche la voglia di amare e di sperare in qualcosa di buono e di migliore di tutto ciò che si viveva intorno. 

In realtà mi aspettavo di vedere un aspetto puramente storico dell’Aeronautica e della sua costituzione, ma poi è stato deciso di raccontare una storia ricca di emozioni nell'aspetto puramente personale e di far parlare i personaggi attraverso gli interpreti raccontando le emozioni provate e uscendo dalla “fiscalità” dell’andamento storico. 

Apprezzato e non, al tempo stesso, perché la produzione è stata persino troppo semplice, nonostante abbia letto la numerosa collaborazione da parte delle istituzioni e comunque apprezzato il montaggio costituito dalle scene storiche dell’Archivio dello Studio Luce alle scene riprese della storia tratta dalla sceneggiatura con gli attori che recitano, per arrivare alle scene animate, tipo film d’animazione da trasmettere su Rai YoYo (ovviamente intendo in senso buono quest'aspetto), magari cercando di coinvolgere un pubblico minore e facendo apprezzare a qualche bambino la storia di persone, considerate eroi e di una forza armata come l’Aeronautica Militare.

Fiorello è stato maestoso nella sua interpretazione, buone spalle Bosca e Scarpa e buona interpretazione anche della Vismara, con il suo personaggio puramente semplice e sensibile.

E dopo avervi raccontato un po’ di questo docufilm nel suo complesso apprezzabile e piacevole, ma non maestosamente sviluppato e approfondito, vi allego qualche immagine della manifestazione svoltasi a Roma presso Piazza del Popolo.











Articolo aggiornato il 18 giugno 2023 per aggiungere ulteriori immagini inerenti alla preparazione della manifestazione in occasione del Centenario dell'Aeronautica Militare svoltasi a Grosseto, durante il pomeriggio e la sera del 10 giugno 2023


  Care lettrici e cari lettori, come avete potuto notare, purtroppo, nemmeno in questo mese appena concluso sono riuscito a rimanere costant...