Recensione redatta da Valerkis
Ma quando è stata la prima volta che ho
conosciuto il personaggio di Super Mario, fammi pensare…Ah ce l’ho. Era il
2011/2012, più o meno e i figli della migliore amica di mia madre avevano,
insieme a me a quell’epoca, il Nintendo DS Lite e mi fecero conoscere una
funzione che poi ho sfruttato per un po’ di tempo, io e molti altri della mia
generazione: la “connessione multiplayer”, ovvero il fatto di giocare tutti
insieme ad un gioco comune. Oltre a questo, mi hanno fatto conoscere il
protagonista della recensione di oggi grazie al gioco “Mario Kart DS”. Quanti
pomeriggi e serate trascorsi anche insieme ai miei compagni di classe delle
elementari con questo ottimo compagno di avventure!
E poi è arrivato “New Super Mario Bros” sempre per il DS e lì, capirai, ci ho passato un’estate intera (se non erro, era il 2012 o il 2013) e quando l’ho finito…non ci volevo credere. Un viaggio di mesi, in otto mondi contro tutto e tutti per salvare l’affascinante Principessa Peach, di cui tanto Mario è innamorato. Ci hai messo mesi? Ora voi mi direte, ma non avevi una vita sociale dieci anni fa? Si, ma non come ora.
Ma passiamo al film diretto da Aaron Horvarth e Micheal Jelenic: il primo trailer l’ho visto alla fine dello scorso anno e solo un’emozione ho percepito: paura. Di cosa? Che fosse sbagliato, ridicolo e fatto “tanto per” come se non ci fossero più idee nel cinema internazionale, ricorrendo magari anche ad un pizzico di "trash", facendomi cadere un personaggio come "Super Mario". Invece vi dirò…
Nintendo e Illumination decidono di regalarci una storia tipo videogioco del mitico idraulico, facendoci addentrare per bene in una vicenda ricca di riferimenti al mondo di Super Mario. Il film é stato prodotto da Chris Meledandri (il produttore di “Cattivissimo Me”, “Minions”, "Pets" e non solo…) e da un nome che ha fatto nascere tutto quanto, portando in vetta la casa giapponese, Shigeru Miyamoto. Così facendo ha deciso di festeggiare i suoi settant’anni di età, attraverso questa possibilità per non dimenticare un personaggio, a tutti gli effetti storico, come "Super Mario" e tutto il suo mondo. Insomma nata questa collaborazione tra gli animatori dei Minions e il papà di Super Mario e compagnia bella, ci addentriamo in una vicenda fatta di buoni, cattivi, tubi, abilità e lealtà.
Come non dimenticarsi di Bowser (quante ce ne dovrà ancora pagare a tutte le perdite subite) che ancora una volta vorrebbe riprendersi tutto e arrivare a lei, l’affascinante e abilissima principessa Peach. Da subito, vi dico, si vede un aspetto della Principessa inverosimile alla realtà (lei non è così propensa all’abilità, è sempre stata una succube da buona principessa comune che deve essere), ma devo dire l'ho apprezzato tanto quest'aspetto. Nel mondo reale ci sono Mario e Luigi, due fratelli idraulici che vorrebbero essere sempre disponibili e pronti a risolvere ogni problematica nel loro campo lavorativo. Ma ad un certo punto, vengono catapultati in un’altra realtà, grazie ad un tubo (quel mitico tubo verde che vai da una parte all’altra) che li porterà sia nella serenità e sia nelle tenebre. Mario incontra così la principessa Peach, che insieme a Toad (quel simpatico funghetto di turno) partono per un’avventura attraversando vari mondi (esattamente quelli dei vari capitoli: deserti, zone rocciose, foreste…).
Quanti riferimenti che voi non potrete immaginare e aspettare! È un film che non risulta sgarbato, esagerato, ma semplice e visionabile a tutti. Torni bambino per novantadue minuti ed entri in un mondo, che nel tuo piccolo, ci sei entrato giocando ad almeno un capitolo della saga. I riferimenti vanno dalle esclamazioni ai personaggi (buoni e cattivi), ma mi sono mancati, lo devo dire questo, quando Bowser deve fare la sua mossa finale i suoi vivaci scagnozzi principali: i “Bowserotti” e quel maledetto viziato di Bowser Jr. (me la deve pagare anche lui, gli altri nominati prima neanche tanto perché devo dire provavo una certa simpatia nelle loro malvagità).
Vi consiglio, almeno una volta, di dedicare novantadue minuti della vostra vita ad un mondo costituito da molte galassie (spero che abbiate capito il riferimento), azioni virtuose e semplicità, al punto di rendermi simpatico un personaggio come Bowser rendendolo a tratti mediocre, sdolcinato e ridicolo. E io ridevo, giustamente.
La colonna sonora é stata tutto sommato azzeccata, firmata da un nome di spicco, Brian Tyler (colui che ha composto la sigla della Formula 1 dal 2018 ad oggi, per intenderci) e con la presenza, persino, di due brani famosi nella cultura di massa, usati per rendere alcune scene elettrizzanti e movimentate che hanno dato importanza nel comprendere ciò che stavano facendo i protagonisti (“Take On Me” degli A-ha e “Thunderstrack” degli AC/DC). La colonna sonora è stata firmata anche da Koji Kondo, riportandoci i classici motivetti della saga.
L’unica cosa che posso dirvi (ma solo perché si vede nel trailer e quindi non posso considerare spoiler anche questo) è che l’utilizzo dei kart e il fatto di percorrere la pista arcobaleno per andare alla destinazione interessata, mi ha reso proprio appagato con una sfumatura, personale, di alterazione, perché odio profondamente la pista arcobaleno (quante sconfitte ho avuto su quella pista!). Tutto è stato bellissimo in merito al riferimento della saga di “Mario Kart”!
Poi, la presenza di Donkey Kong (e Diddy, per un secondo)…era obbligatoria dai…Mario è nato grazie a lui (“Donkey Kong” per la console NES (Nintendo Entertainment System) del 1981).
Direi buona è stata la prova per il doppiaggio italiano di Mario, fatta da Claudio Santamaria notando come ha cercato di dare il massimo (riuscendoci pienamente) ad interpretare vocalmente l’idraulico dalla maglia rossa e dalla tuta a spalline blu.
Grazie Aaron Horvarth e Micheal Jelenic (alla regia), grazie a Matthew Fogel (alla sceneggiatura), grazie a Miyamoto, Meledandri, Tyler, Kondo e tutti coloro che hanno reso indimenticabile, con questo film animato, un’epoca dove la Nintendo è stata in testa a tutti (e spero tutt’ora).
Nessun commento:
Posta un commento