Recensione redatta da Valerkis
Con questo film, nel nostro blog, recensiremo per la prima volta un film di Paolo Genovese e scommetto la prima cosa che viene in mente sentendo questo nome è solo una: “Perfetti Sconosciuti”. Ma non è il film appena citato, oggetto della recensione di oggi. Andrò a parlare del suo ultimo lungometraggio, tratto dall’omonimo romanzo scritto dallo stesso regista, raccontandoci un’avvincente storia che ti coinvolge pienamente per vedere cosa accadrà ai protagonisti (sceneggiatura curata da Paolo Genovese, Paolo Costella, Rolando Ravello e Isabella Aguilar).
Quattro personaggi, diversi l’uno dall’altro ma speciali nel loro insieme: uno lo chiameremo “Tizio” (interpretato da Toni Servillo), poi ci sono Napoleone (interpretato da Valerio Mastandrea), Arianna (interpretata da Margherita Buy), Emilia (interpretata da Sara Serraiocco) e Daniele (interpretato dal piccolo Gabriele Cristini). Si ritrovano tutti nello stesso “ambient” e può essere Roma, Milano, un paese di mare, di montagna, qualunque, ma questi personaggi trascorreranno insieme sette giorni in un limbo spazio temporale per capire il senso del gesto compiuto. Vorrei sottolineare come Tizio sia considerato un “tramite” e quindi i protagonisti interessati dei fatti, sarebbero i restanti citati prima. Ma è proprio in un limbo, come raccontato in questo film, dove ci si mette in un angolo della società per analizzarla meglio con il binocolo e vedere quello che succede e se le cose fossero cambiate una volta per tutte. Avete presente la domanda: “Come sarà la vita, o il mondo, senza di me?”, ecco forse proprio a questa domanda si risponde, nella storia di Genovese e si comprende che…in piccole sfumature avvengono dei cambiamenti.
Posso dire che secondo me Genovese con questa pellicola ha dato il massimo nel suo stile registico? Nel complesso, questo vorrei affermarlo! All'interno del film ho trovato una regia impegnativa, caratteristica e capace di tenere incollato lo spettatore, perché riesce a rimanere incuriosito da come inizia a come finisce. Quest’aspetto è importantissimo da conquistare e sembra l’abbia ottenuto dal primo minuto di ripresa e con questo potrei già decretare un ottimo film visto e da rivedere, persino. Addirittura, come mai? Per rivedere meglio alcuni aspetti che probabilmente mi sono sfuggiti (può capitare a chiunque credo) e magari rivivere certe emozioni forti e toccanti, applicando inoltre una serie di pensieri e riflessioni importanti immergendosi nella pioggia battente di una città coinvolta dalla vita che va avanti e ci sei tu assorto nel tuo dramma a cui vorresti trarre una conclusione.
Ho detto che dal primo minuto il film ti coinvolge subito, ma dal primo minuto ha rischiato di essere contorto e inspiegabile su alcuni aspetti di fondo alla scena, battute comprese. Sulle battute vorrei dire questo: per carità giustissime, ma alla fine nulla di straordinario, saranno pochissime quelle che ti rimarranno impresse. Anche a livello di scenografia ci sono state delle pecche (osservate bene le scene girate al portico e al buio quando osservano la città dall'alto). Però nel complesso c’è stata un’ottima interpretazione da parte di tutti, espressività inclusa, ma d’altronde sono quelle che definiscono i personaggi. C’è qualcos’altro che non è andato come speravo? Secondo me non c’è stata una buona sincronizzazione tra suono in presa diretta e sonoro, se devo trovare un'altra pecca di questo film, perché in alcuni momenti il sonoro ha ricoperto le battute espresse, essendo quasi incomprensibili. Poi se è stato principalmente un mio problema, ma proprio che dipende da me, ditemelo senza problemi! Del resto, non mi sembra ci siano stati ulteriori errori o superficialità. La tripla collaborazione regia-scenografia-fotografia è bilanciata (scenografia firmata da Chiara Balducci e fotografia firmata da Fabrizio Lucci) e colonna sonora, composta da Maurizio Filardo, ti colpisce nel profondo (compresi brani come “Experience” di Ludovico Einaudi, uno dei miei pianisti e compositori preferiti in assoluto e “Nod” di Julianna Barwick e Nosaj Thing, a mio parere il più bel brano di tutti quelli presenti in questo film. Siccome merita di essere sentita ve la metto come musica di sottofondo alla lettura. Cliccate il player!)
Dopo la visione del film dovrò trovare un momento per divorarmi la vicenda originale e vedere alle radici quest’avvincente storia! Qui ho trovato un Genovese che definisce la sua professionalità, acquisendo una crescita costante, determinata nel tempo e nei progetti compiuti. Peccato per alcune pecche presenti, ma spero di continuare a vedere e/o leggere altre sue storie avvincenti e toccanti nel profondo pensiero che ognuno di noi dovrebbe adottare.