giovedì 28 settembre 2023

Oggi ho “Saturno Contro”, si direbbe



Recensione redatta da Valerkis

Come mai abbiamo questo titolo particolare? Avete presente Saturno, quel famoso pianeta con il sistema di anelli intorno? Ecco, Saturno, in astrologia, influenza moltissimi aspetti della vita di ognuno, in senso soprattutto negativo e avrá influenzato anche la vicenda che sto per raccontarvi.

Un gruppo di amici, bello numeroso, si ritrova spesso in casa di Davide (interpretato da Pierfrancesco Favino) e Lorenzo (interpretato da Luca Argentero) per trascorrere delle serate spensierate e indimenticabili, dove la quotidianitá viene accantonata e conta solamente la semplicità che ognuno riesce a dimostrare. 

“Ecco, ci sono momenti come questi dove riesco a sentirmi felice. Non so bene perché, ma vedere Davide insieme ai nostri amici mi fa sentire al sicuro. So cosa dicono, cosa pensano, anche se sono sempre le stesse cose. Mi va bene così. Non voglio sorprese, novità o colpi di scena. Voglio che tutto rimanesse così come adesso. Per sempre. Anche se per sempre non esiste”. 

Con questa frase narrata da Lorenzo, inizia e finisce il film. Nel corso della vicenda i personaggi vengono messi alla prova, mostrando i propri sentimenti e su ciò che la vita li mette davanti. Si passa dal sentimento dell'amore, non accettato e nascosto per il pregiudizio, fino ad arrivare alla paura e all’unione di tutte le emozioni percepite.

A mio parere, credo sia stata la vicenda più drammatica vista finora di Ferzan Özpetek, ma pienamente coordinata tra tutti i personaggi. Ho nominato solo Favino e Argentero perché sono i diretti interessati, ma ci sono anche Antonio (interpretato da Stefano Accorsi), Angelica (interpretata da Margherita Buy), Sergio (interpretato da Ennio Fantastichini), Paolo (interpretato da Michelangelo Tommaso), Roberto (interpretato da Filippo Timi), Neval (interpretata da Serra Yilmaz) e Roberta (interpretata da Ambra Angiolini, vincitrice del David di Donatello come miglior attrice non protagonista nel 2007). Questo è il gruppo di amici per intero. Al tempo stesso, vorrei dire che questo è stato il film meno entusiasmante fatto da Özpetek, secondo la mia opinione, perché è iniziato nella maniera più caotica e confusionaria, rischiando appunto di confondermi tra i vari personaggi e le loro interazioni. In questo aspetto, però, si è ripreso e ha assunto quella durezza che doveva mostrare. Ad un certo punto, c'è una stasi nei sentimenti e nel rapporto tra spazio e tempo, ma non è mancato l'aspetto corale. Per questo vorrei fare i miei complimenti a tutto il cast, nonostante alti e bassi. Inoltre si aggiungono personaggi di sfondo alla vicenda, come i genitori di Lorenzo (interpretati da Luigi Diberti e Lunetta Savino), Laura (interpretata da Isabella Ferrari) e la caposala (interpretata da Milena Vukotic). Di questi tre, la Vukotic è stata la più presente e dominante nello sfondo drammatico di questa vicenda, facendo notare tramite il suo personaggio come non siano da sottovalutare le sue capacità recitative. D'altronde parliamo di un'attrice di teatro e cinema con un lungo curriculum alle spalle.

Vorrei parlare della colonna sonora curata da Giovanni Pellino, in arte “Neffa”. Devo dire che l'ha curata molto bene, sottolineando gli aspetti drammatici del film. Inoltre sono presenti canzoni interpretate da Gabriella Ferri, Sophia Loren e Carmen Consoli. La fotografia curata da Gian Filippo Corticelli è stata semplice, nulla di eccezionale, a mio parere. Mi sarebbe piaciuto se fosse riuscito a creare delle sfumature che avrebbero colpito lo spettatore nel rappresentare la triste situazione capitata ai protagonisti. 

Ferzan Özpetek dirige comunque una delle sue più belle storie e ci porta un’altra vicenda dove la discussione sull’omosessualità non può mancare. Ma rispetto ad altri suoi film (anche successivi) è stata affrontata in maniera secondaria, a mio parere, mettendo maggiormente in risalto la reazione collettiva di persone semplici che percepiscono uno scompiglio della realtà, a causa di una mancanza. Quest'ultima può generare persino delle illusioni (la scena dove Ambra Angiolini vede tutti quanti insieme a ridere e svagarsi, in un luogo insolito per il divertimento, é stata la scena piú bella di tutte, secondo me). 

Un cast ricco di attori che hanno dato il massimo nel trasmettere emozioni forti e malinconiche, manifestando l’immediata mancanza di periodi indimenticabili e spensierati che non torneranno più. Si trovano tutti sulla stessa barca dove affondano e risalgono insieme nel proprio dolore.

sabato 16 settembre 2023

Quattro elementi, così semplici



Recensione redatta da Valerkis

L’estate del 2023 è stata sicuramente la stagione dei film “Barbie” e “Oppenheimer” (precedentemente recensiti), ma c’è stato anche l’ultimo film della Disney-Pixar, a mio parere fatto passare inosservato. Una storia che può ritenersi la classica e scontata delle tante uscite dalla casa produttrice di Topolino, ma al tempo stesso credo che fare delle storie semplici e non troppo complesse, a volte sia l’arma vincente.

Quali sono i quattro elementi comuni a tutte le cosmogonie? Acqua, fuoco, terra e aria. Giusto? Questi saranno i nostri protagonisti. Personaggi che rappresentano questi elementi. In particolare ci sono Ember e Wade. Lei è fuoco ed è figlia di emigrati che sono venuti a creare una nuova vita ad Element City. La protagonista trascorre la sua vita nella bottega di famiglia ad imparare come funzionano gli affari, quando arriva il giorno in cui incontrerà Wade, che rappresenta l’acqua, un ispettore del comune. Per entrambi, la vita prenderà una forma diversa.

Non vado oltre con il raccontarvi la vicenda. È un film che così semplice ha raggiunto ogni aspettativa possibile. Mi è piaciuto. Giustamente hanno i soliti messaggi da comunicare per riflettere, in base alle situazioni capitate tra i vari personaggi. Abbiamo argomenti importanti da affrontare come la migrazione e la discriminazione. Per quanto riguarda la prima, viene affrontata nella maniera più chiara e diretta, comprendendo le difficoltà di andarsene e di ambientarsi in un nuovo luogo e contesto. Per quanto riguarda, invece, la discriminazione, viene affrontata attraverso la protagonista, che ha difficoltà nell’integrarsi all’interno della società e ad avere dei rapporti interpersonali al di fuori del contesto famigliare. Ma ho notato che persino la famiglia di Ember ha adottato una specie di discriminazione nei confronti dei clienti. Quindi si tratta di una discriminazione reciproca? Insomma, non l’ho ben capito questo aspetto, ma se così fosse si poteva tranquillamente evitare. Queste due tematiche influenzano buona parte della storia, se non quasi tutto il film. Anche la tematica LGBT non può mancare, ma fatta passare in secondo piano e quindi non è stata pienamente affrontata. In questo film ho notato che la regia di Peter Sohn è stata caratterizzata da citazioni in merito ad altri prodotti Disney-Pixar, ad esempio come “Turning Red” (nel caso delle emozioni che cambiano aspetto nel personaggio e il sentirsi indipendenti dal contesto famigliare), “Zootropolis” (nel caso della tecnica di ripresa), “Encanto” (nel caso del legame con la famiglia) e “Inside Out” (per esempio l’espropriazione delle emozioni). Magari avrò detto tutte scemenze, ma qualche riferimento c’è stato, a mio parere e sinceramente apprezzato. Comunque non è una regia sprecata quella di Sohn e sicuramente migliore del suo precedente (“Il viaggio di Arlo”), portando con sé il suo bagaglio personale e raccontare una vicenda semplice ma sempre con un'attenzione da porre alla percezione di tematiche importanti da non trascurare. Colonna sonora di Thomas Newman semplice ma autentica che ti porta da una parte all’altra della città dove la vicenda ha luogo. Inoltre viene accompagnata dalla canzone principale del film cantata da Mr.Rain, per la versione in italiano. Ora vorrei parlare dei doppiatori, perché sono risultati capaci nel trasmettere le emozioni che provano i personaggi, partendo da Valentina Romani (per farvi capire ha interpretato Emma, la figlia di Nanni Moretti nel film “Il Sol dell’Avvenire”) nei panni di Ember, arrivando a Stefano De Martino nei panni di Wade. Notevole anche l’interpretazione della madre di Ember fatta da Serra Yilmaz (la “musa” di Ferzan Özpetek). 

Non siate troppo critici su questa vicenda così semplice, a volte c’è bisogno anche di rilassarsi e vedere una storia che pone sempre una riflessione importante sull’aspetto sociale e della vita che si intraprende tra le varie vicende e comunque abbiamo a che fare con un film che ti accompagna in una storia piena di emozioni e di ricerca dal punto di vista registico. Dopo ció, spero con questa recensione di avervi incuriosito.


mercoledì 6 settembre 2023

Sono diventato Morte, il distruttore di mondi

 




Recensione redatta da Valerkis

Personalmente, questo è stato il film più atteso dell’anno. Christopher Nolan aveva bisogno di riprendersi da un “Tenet” noioso e per nulla apprezzato, a mio parere. Selezionare un cast stellare e portare una storia di un certo calibro come questa, è stata la carta vincente, grazie anche alla coordinazione tra regia e sceneggiatura risultata ben solida e coerente. 

Robert Oppenheimer (interpretato da Cillian Murphy) è stato uno dei protagonisti dell'invenzione della bomba atomica, prodotto finale inerente all’utilizzo dell’energia nucleare. Un’energia nuova per l'epoca, pulita ma alquanto spaventosa e pericolosa. In questa vicenda, il protagonista ripercorre quelli che furono gli anni della sua popolarità, da professore universitario di fisica quantistica ad essere processato per la conseguenza di quello che era riuscito a creare. Non è così scontato come possiate pensare, perché in mezzo a questo progetto c’era sempre l’attuazione del contesto politico e parlavamo di anni duri per tali opinioni (il periodo della Seconda Guerra Mondiale e del Nazismo). I personaggi che gli giravano intorno andavano da Albert Einstein a Enrico Fermi, per arrivare agli altri fisici e scienziati interessati all’invenzione di questo potenziale, arrivando persino al presidente degli USA dell’epoca, Truman (interpretato da Gary Oldman).

L’inizio di questo film è diretto e immediato e a me non fa proprio impazzire che un film inizi in questa maniera. Ma devo dire che riesce a farci immergere immediatamente nella storia a cui si assiste. L’introduzione del protagonista e dei personaggi dura per la prima mezz’ora e non è per nulla esagerata, dato che comunque si assiste  ad una ricca ma solida, bilanciata e corposa sceneggiatura curata dallo stesso Christopher Nolan. Alla regia si rende autentico, migliorando sempre di piú rispetto ai suoi precedenti prodotti. La fotografia (curata da Hoyte van Hoytema) è stata influenzata da tutto il complesso ausilio degli effetti speciali e di un po’ di grafica computerizzata per rappresentare ciò che prende forma dietro quest’invenzione. Si è potuta analizzare al meglio la fisica, insomma, cercando di rappresentare tutti i vari processi. Per il resto l’ho apprezzata notevolmente. La colonna sonora diretta da Ludwig Goransson ha perfettamente condotto e coinvolto lo spettatore nel prestare attenzione ad una vicenda che non chiedeva distrazioni, neanche un minimo. Anche perché è un film che non annoia, nonostante la durata. 

Passiamo agli attori: Cillian Murphy ha confermato una notevole crescita, decisione ma soprattutto sicurezza nell’interpretare un personaggio chiave che possedeva delle notevoli previsioni sull’invenzione concretizzata, anche quando era consapevole del danno commesso; Emily Blunt (interpretante Kitty, la moglie di Oppenheimer) è stata unica nelle sue emozioni manifestate, principalmente piene di delusioni; il premio Oscar Matt Damon (interpretante il generale Leslie Groves) è stato all’inizio della sua interpretazione un po’ superficiale per poi far valere la sua posizione e risollevarsi notevolmente; Robert Downey Jr. (interpretante Lewis Strauss, quello che chiamerei “ministro della bomba atomica”) perfettamente coinvolto in qualcosa di più profondo del semplice "impeachment" dello Stato ma manifestando la sua fermezza e dignità nella propria capacità recitativa. Gli altri attori sono stati eligi alla propria interpretazione, anche se personalmente mi sarei aspettato qualcosa di più da Rami Malek. La parte che ha interpretato non ha costituito un’importanza dominante ed è passata così in secondo piano. Peccato per un attore che merita parti più interessanti di quella interpretata nella pellicola. 

So che pensare alla figura della bomba atomica spaventa. Lo so, anche per me è così. Mai in periodi come questi se ne parla così spesso, ma dopo la Guerra l’uso del nucleare è sempre stato un enorme dilemma. Però scoprire una fusione che ha determinato un’invenzione ha cambiato definitivamente la storia, la visione del mondo, i rapporti internazionali, la scienza e…tutto. Oppenheimer fu solo uno fra tanti. Di inventori, di complici della distruzione del mondo e di tutte le nostre vite. Ma Oppenheimer è anche uno fra tanti film che faranno la storia del cinema contemporaneo, risollevando così una situazione critica per il cinema internazionale e le qualità di un regista meritevole che si impegna costantemente nei suoi progetti e motivando moltissime persone a scoprire una storia intrigante, coinvolgente e soprattutto spaventosa. Concludo con un piccolo pronostico…destinazione Oscar 2024 (con statuette da portarsi a casa)!


Sitografia: 

Storia della bomba atomica: https://www.studenti.it/bomba-atomica.html

Energia nucleare: https://www.geopop.it/energia-nucleare-cose-come-viene-prodotta-e-cosa-cambia-tra-fissione-e-fusione/


  Care lettrici e cari lettori, come avete potuto notare, purtroppo, nemmeno in questo mese appena concluso sono riuscito a rimanere costant...