sabato 16 settembre 2023

Quattro elementi, così semplici



Recensione redatta da Valerkis

L’estate del 2023 è stata sicuramente la stagione dei film “Barbie” e “Oppenheimer” (precedentemente recensiti), ma c’è stato anche l’ultimo film della Disney-Pixar, a mio parere fatto passare inosservato. Una storia che può ritenersi la classica e scontata delle tante uscite dalla casa produttrice di Topolino, ma al tempo stesso credo che fare delle storie semplici e non troppo complesse, a volte sia l’arma vincente.

Quali sono i quattro elementi comuni a tutte le cosmogonie? Acqua, fuoco, terra e aria. Giusto? Questi saranno i nostri protagonisti. Personaggi che rappresentano questi elementi. In particolare ci sono Ember e Wade. Lei è fuoco ed è figlia di emigrati che sono venuti a creare una nuova vita ad Element City. La protagonista trascorre la sua vita nella bottega di famiglia ad imparare come funzionano gli affari, quando arriva il giorno in cui incontrerà Wade, che rappresenta l’acqua, un ispettore del comune. Per entrambi, la vita prenderà una forma diversa.

Non vado oltre con il raccontarvi la vicenda. È un film che così semplice ha raggiunto ogni aspettativa possibile. Mi è piaciuto. Giustamente hanno i soliti messaggi da comunicare per riflettere, in base alle situazioni capitate tra i vari personaggi. Abbiamo argomenti importanti da affrontare come la migrazione e la discriminazione. Per quanto riguarda la prima, viene affrontata nella maniera più chiara e diretta, comprendendo le difficoltà di andarsene e di ambientarsi in un nuovo luogo e contesto. Per quanto riguarda, invece, la discriminazione, viene affrontata attraverso la protagonista, che ha difficoltà nell’integrarsi all’interno della società e ad avere dei rapporti interpersonali al di fuori del contesto famigliare. Ma ho notato che persino la famiglia di Ember ha adottato una specie di discriminazione nei confronti dei clienti. Quindi si tratta di una discriminazione reciproca? Insomma, non l’ho ben capito questo aspetto, ma se così fosse si poteva tranquillamente evitare. Queste due tematiche influenzano buona parte della storia, se non quasi tutto il film. Anche la tematica LGBT non può mancare, ma fatta passare in secondo piano e quindi non è stata pienamente affrontata. In questo film ho notato che la regia di Peter Sohn è stata caratterizzata da citazioni in merito ad altri prodotti Disney-Pixar, ad esempio come “Turning Red” (nel caso delle emozioni che cambiano aspetto nel personaggio e il sentirsi indipendenti dal contesto famigliare), “Zootropolis” (nel caso della tecnica di ripresa), “Encanto” (nel caso del legame con la famiglia) e “Inside Out” (per esempio l’espropriazione delle emozioni). Magari avrò detto tutte scemenze, ma qualche riferimento c’è stato, a mio parere e sinceramente apprezzato. Comunque non è una regia sprecata quella di Sohn e sicuramente migliore del suo precedente (“Il viaggio di Arlo”), portando con sé il suo bagaglio personale e raccontare una vicenda semplice ma sempre con un'attenzione da porre alla percezione di tematiche importanti da non trascurare. Colonna sonora di Thomas Newman semplice ma autentica che ti porta da una parte all’altra della città dove la vicenda ha luogo. Inoltre viene accompagnata dalla canzone principale del film cantata da Mr.Rain, per la versione in italiano. Ora vorrei parlare dei doppiatori, perché sono risultati capaci nel trasmettere le emozioni che provano i personaggi, partendo da Valentina Romani (per farvi capire ha interpretato Emma, la figlia di Nanni Moretti nel film “Il Sol dell’Avvenire”) nei panni di Ember, arrivando a Stefano De Martino nei panni di Wade. Notevole anche l’interpretazione della madre di Ember fatta da Serra Yilmaz (la “musa” di Ferzan Özpetek). 

Non siate troppo critici su questa vicenda così semplice, a volte c’è bisogno anche di rilassarsi e vedere una storia che pone sempre una riflessione importante sull’aspetto sociale e della vita che si intraprende tra le varie vicende e comunque abbiamo a che fare con un film che ti accompagna in una storia piena di emozioni e di ricerca dal punto di vista registico. Dopo ció, spero con questa recensione di avervi incuriosito.


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