giovedì 26 ottobre 2023

Lusso estremo in una storia agghiacciante

 


Recensione redatta da Valerkis (per la collaborazione con Nii_Culture)

So che questa recensione non riguarda affatto la serie che ho iniziato sull’economia, anche perché questo non è un film che affronta la Gucci come azienda, principalmente. Come vi avevo avvertito sulla mia pagina Instagram, avrei pubblicato durante il mese di ottobre quest'articolo in merito alla collaborazione con il mio amico Gabriele della pagina Instagram “Nii_Culture”. Abbiamo deciso di riproporre un film che siamo andati a vedere insieme due anni fa, ormai, raccontando un fatto preciso che ha colpito la famiglia Gucci: l’omicidio di Maurizio, principale azionista dell’azienda di famiglia dal 1983 al 1995 (anno del suo assassinio).

La trama è tratta dal libro di Sara Gay Forden e parte dalla fine degli anni ’70, con l’incontro tra Patrizia Reggiani (interpretata da Lady Gaga) e Maurizio Gucci (interpretato da Adam Driver). Questo ha determinato la loro relazione sentimentale. Successivamente conosceremo la famiglia Gucci in sè: abbiamo Aldo (interpretato da Al Pacino), Paolo (interpretato da Jared Leto) e Rodolfo Gucci (interpretato da Jeremy Irons). Il primo è stato lo zio di Maurizio, il secondo suo cugino e il terzo suo padre. Diciamo che Maurizio veniva visto come il “playboy” di turno, il classico figlio di papà che studiava e si godeva la vita dietro gli affari presi dalla sua famiglia, quando le cose cambiarono. Sia Patrizia sia Aldo, coinvolsero Maurizio ad entrare nella vita della società e di esserne partecipe a pieni titoli (per usare un termine “tecnico”). Come tutta l’armonia è stata creata, però, si è trasformata immediatamente in una tensione unica e senza precedenti e ciò si è riversato all’interno dell’azienda.

Allora da dove vogliamo iniziare, dagli attori? Ma si! Ridley Scott, che ha un nome da difendere, decide di dare spazio ad attori che hanno delle capacità nell’interpretare dei personaggi, nel complesso, tormentati dalla vita sentimentale, personale, famigliare e lavorativa. Lady Gaga, dopo essersi mostrata imponente con “A Star is Born” al fianco di Bradley Cooper, decide di lasciare la sua impronta anche in questo film, soprattutto in un’interpretazione malefica e non benevola, come magari si poteva pensare. Interpretazione decisa, nel suo complesso. Qualcuno mi dirà che la sto sopravvalutando! Ora va bene che io la apprezzo come artista, ma è esattamente come la penso. Adam Driver l’avevo lasciato dall’ultima trilogia della saga di “Star Wars” dove interpretava un perfetto cattivo e qui me lo ritrovo pienamente nell’etica del “playboy” che poi si propone improvvisamente manager di un’azienda familiare da lui ignorata e comunque difficile da gestire come tutte le società di capitali. Ha interpretato un personaggio che, cinematograficamente, risulta essere inferiore di quanto voleva mostrarsi. Nessuna colpa dell’attore, ma pura realtà di un personaggio definito in questa maniera. Ad Al Pacino che vogliamo dirgli? Nulla, già il suo nome parla da sé. Jeremy Irons? Ottima interpretazione. Jared Leto? Pienamente ingenuo e sottovalutato dalla famiglia. Dimenticavo di Salma Hayek nei panni di Pina Auriemma (la complice dell’assassinio) che ha comunque interpretato la sua parte al giusto posto.

La lavorazione di questo film andava avanti da quindici anni, cambiando regista, attori e aprendo una collaborazione con la Gucci per accedere ai propri archivi, rilevati utili per le riprese del film. Sono contento che l’azienda non si è tirata indietro per evitare qualche scandalo o qualcosa di similare, intraprendendo la scelta di collaborare per il film diretto da Scott! Poi finalmente, si trovano cast, regista e sceneggiatori giusti. Del cast ne abbiamo parlato, ora parliamo della regia. Già il nome dice tanto, Ridley Scott. Professionalità e autenticità mostrata da parte sua in una vicenda che non è semplice da comporre, per evitare ritorsioni e mettendoci quel dettaglio che rende la storia più articolata di quanto doveva essere. È bello come si percepisce una certa autorità assunta, ma è un attimo avere tutti contro e perdere il controllo. Parlo di ciò che mi ha trasmesso la vicenda e non di eventuali fattori negativi. Forse la sua lentezza ha determinato una storia non entusiasmante e quasi superflua per certi versi, oppure potevano essere approfondite alcune parti, come ad esempio la situazione e l’evoluzione aziendale. Ma non era l’obiettivo del film, credo. Per quanto riguarda la sceneggiatura è risultata ricca di dettagli da trasformare in immagine dove è stata prevalsa una certa autenticità dei Gucci, percependo il loro benessere ma anche di come tutto può decadere. Comunque buono il lavoro svolto da Roberto Bentivegna e Becky Johnston (che ha curato inoltre la storia nel soggetto). La colonna sonora mi ha immerso nella piena italianità della vicenda, facendomi sentire a casa con i vari brani italiani delle opere classiche e liriche. Grazie Harry Gregson Williams per questa scelta. La fotografia curata da Dariusz Wolski è stata semplice, ma nulla di eccezionale, a mio parere. 

So che quando pensate alla moda del lusso pensate ad un nome come Gucci e fate bene. Pieno emblema del “Made in Italy” e di come abbia aumentato la sua crescita aziendale anno dopo anno (in relativo ai dati post-pandemici). Questo film racconta una vicenda che fa riflettere su cosa avviene dietro un nome, una famiglia e un’azienda nota come Gucci quando vengono colpiti da tensioni e crisi di ogni tipo, che coinvolgono la famiglia stessa e l’organizzazione aziendale. Qualcuno potrebbe pensare che dietro ad entità appartenenti a certe classi sociali si possa percepire solo un certo benessere, ma invece accadono situazioni che nel peggiore delle ipotesi finisce nel modo più crudele immaginabile, come in questo caso. Regia, sceneggiatura e attori meritevoli per un film da seguire e da integrare con qualche spunto da prendere su Gucci e di come si è evoluta nel corso degli anni, riprendendosi da una crisi che si è percepita all’interno della vicenda.

Dopo tutto ciò, qualcuno che mi accompagna a comprare una cintura o un marsupio da Gucci? Poi come pagare, basta dare le coordinate bancarie. Grazie mamma e papà per il regalo di Natale anticipato! A parte gli scherzi, li devo ringraziare perché mi supportano sempre e ringrazio Gabriele, sperando che questo sia l’inizio di tante collaborazioni insieme.


Sitografia:

Collaborazione Gucci-produzione: https://wwd.com/feature/marco-bizzarri-japan-new-ginza-store-house-of-gucci-1234776505/

Pagina Instagram "Nii_Culture": https://www.instagram.com/nii_culture/


2 commenti:

  1. Recensione ottima🤝🏻

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  2. Grazie! Continua a seguirci e a supportarci. Pagine Instagram: @ilmiopersonalecinema; @nii_culture

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