venerdì 15 luglio 2022

L’eclissi di un’epoca



Recensione redatta da Valerkis

Sicuramente il primo nome che viene in mente quando si vuole parlare dell’horror “Made in Italy” è il seguente: Dario Argento.

Torna dietro la macchina da presa dopo dieci anni e gli anni del nostro Dario nazionale si fanno sentire soprattutto in questo film. Ma andiamo con ordine: il trailer visto prima dell’uscita nelle sale mi ha dato una buona speranza in un nuovo capolavoro, ma purtroppo c'è stato qualcosa di radicalmente diverso. Vorrei partire da come inizia, ovvero dal momento dell’eclissi totale di sole. Qual è il senso? Vuole rappresentare l’oscurità della storia?  Bè cosa ti puoi aspettare da un Dario Argento, un film comico?!

Poi si arriva alla conoscenza della protagonista Diana (interpretata da Ilenia Pastorelli) un’escort che ogni sera lavora per portare a casa il denaro e pensare così alla minima sopravvivenza, ma una sera un furgone bianco che la tampona cambierà la sua vita radicalmente. Dopo l'incidente, Diana entra in piena difficoltà ma non sarà sola perché si prenderanno cura il cane Nerea e l’assistente sociale Rita (interpretata da Asia Argento) i quali aiuteranno Diana ad abituarsi in questa vita imprevista. Ma nonostante gli aiuti dati, la paura non lascia scampo alla protagonista e conosce Chin (interpretato da Xinyu Zhang) riuscendo così a sentirsi meno sola. Riescono entrambi ad instaurare un rapporto reciproco per il fatto che abbiano perso qualcosa o qualcuno.

Abbiamo un cast da una parte nuovo e dall’altra conosciuto (giusto per Asia e per la Pastorelli) ma non è bastato a rendere questo film un capolavoro, perché non lo è. Se devo ripensare a titoli importanti come “Suspiria” e “Profondo Rosso”, ad esempio, trattiamo completamente di un’altra epoca ma il genere è praticamente lo stesso. Di seguito non ho trovato in questa pellicola, quello stile che cercavo. Il problema principale è stato quello di non reputare un film horror, ma un thriller che poteva dirigere anche un regista con poca esperienza e pratica. Questo è pesante lo so! L’unica cosa che un po’ salva il film, è la colonna sonora (diretta da Arnaud Rebotini), certo non la metto a confronto con altre colonne sonore migliori di queste (per esempio i "Goblin" per "Profondo Rosso") ma è riuscita nel bene e nel male a far percepire un minimo di angoscia. 

Purtroppo sono evidenti delle lacune nella sceneggiatura, in particolare nello svolgersi dei fatti e la recitazione è risultata abbastanza scadente nonostante abbiamo l’unione di due David di Donatello (ricordo la Pastorelli per il film “Lo Chiamavano Jeeg Robot” e Asia per i film “Perdiamoci di vista” e “Compagna di Viaggio”) che potevano dare quel minimo senso di drammaticità alla vicenda adottando le proprie capacità recitative. Per di più verso la fine si è notata come la situazione a livello recitativo e di scrittura tendeva ad andare fuori controllo, risultato di un’immotivazione generale nel continuare a lavorare, facendo eseguire i fatti come avvenivano non avendo cura del dettaglio. I fatti, in tutta la pellicola, potevano essere articolati meglio sia nell’ambientazione sia nella struttura logica e cronologica degli eventi descritti.

Ma lo sapete quanto sono dispiaciuto a scrivere una recensione negativa di un film diretto da Dario Argento, ma purtroppo temo che sta per finire un’epoca del thriller d'autore dove il nostro paese dovrebbe solo insegnare anche perché dopo i film visti diretti da questo Maestro, mi sono fatto un’idea di un regista rivoluzionario di un genere che può piacere o meno.   

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