Recensione redatta da Valerkis
Il premio Oscar Clint Eastwood ritorna dietro la macchina da
presa senza che lui stesso intraprenda una parte nella vicenda da raccontare e
posso dire ha raccontato in maniera impeccabile un’emozionante storia vera.
Chi è Richard Jewell? Un eroe? O un criminale? Insomma ha
vissuto tre mesi dove i giornalisti e gli investigatori influenzarono la sua
vita quotidiana e anche quella di sua madre, standoli sempre con il fiato sul
collo. Durante le Olimpiadi ad Atlanta nel 1996, Richard Jewell (interpretato
da Paul Walter Hauser) lavora come vigilantes nella zona di Central Park dove
le persone trascorrono delle serate indimenticabili in segna del divertimento e
della musica. Ama il suo lavoro e lo fa con vero piacere e predisposizione, ma
c’è qualcosa che rende quell’atmosfera non gioviale come dovrebbe sembrare. È
un attimo vedere come le autorità e lo Stato rende un’icona eroica in un’icona
sospetta e perfino paurosa. È stato vergognoso e il giornalismo ci ha messo del
suo e per ottenere infine cosa, la prima pagina! Devo dire che Olivia Wilde
nell’interpretare l’attraente e irritante Kathy Scruggs è stata perfetta al
punto di odiarla amaramente, comunque bravissima e bellissima! Ma se da un lato
ci sono soggetti che vorrebbero “friggere” Jewell, ce n’è uno che non lo
vorrebbe solo aiutare, ma lo vorrebbe affiancare nella sua battaglia ingiusta
con le autorità. Il nome è Watson Bryant (interpretato da Sam Rockwell), un
personaggio che sembrava il solito testardo e fanatico avvocato americano, invece
si è mostrata una persona leale e fiduciosa nei confronti di Jewell. Devo
ammettere, entrambi sono una coppia vincente sia nei personaggi sia nella
recitazione, voglio dire stimo e adoro i personaggi di Richard Jewell e
dell’avvocato Watson Bryant come gli attori Sam Rockwell e Paul Walter Hauser i
quali sono riusciti ad adottare uno stile recitativo elevato e ben definito in
base ad una sceneggiatura articolata e ad una regia professionale come in
questo caso (parliamo sempre di un Premio Oscar, scusate, di cinque Premi
Oscar).
Clint Eastwood alla bellezza di 89 anni, riesce ancora ad evolversi dietro la macchina da presa. Complimenti! Ha provato inquadrature nuove, ha diretto gli attori con una grinta ancora potente al punto di essere riuscito a farmi percepire tante delle emozioni che noi esseri umani conosciamo. Non è da tutti alla sua età questa volontà lavorativa e ci può anche stare il fatto di lasciarsi un po’ andare e invece così non sembra, anzi, vorrebbe continuare ancora a regalarci delizie cinematografiche che valgono oro! Hauser è stato bravissimo nel farci conoscere un personaggio buffo, simpatico, ma con la voglia di fare bene il suo lavoro al punto di diventare un eroe ed è stato bello vedere come le persone lo ringraziavano. Poi ci sono quelli che vorrebbero mandarlo all’altro mondo per delle false e allucinanti inchieste poliziesche e giornalistiche. Ho respirato un po’ l’atmosfera dei film con l’ispettore Callaghan ma non è stato eccessivo, altrimenti sarebbe stato un film contorto. Bravo ancora Clint! E le mie congratulazioni vanno anche a persone come Leonardo DiCaprio e Jonah Hill nel crederci in questa storia e collaborare con Clint e altri nella produzione, quindi nell’investimento di un’altra perla firmata da un immenso premio Oscar chiamato Clint Eastwood. Ma dimenticavo di Kathy Bates (l’attrice protagonista di “Misery non deve morire” che ha interpretato la mamma di Jewell), bravissima nell’interpretare un personaggio fiducioso nei confronti del figlio quando tutti lo reputavano un mostro. A questo punto, il buon lavoro va dato anche a Marie Brenner e Billy Ray, i curanti di soggetto e sceneggiatura.
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