Finalmente
è arrivato uno dei momenti che tanto aspettavo di compiere su questo blog:
scrivere la recensione di almeno un film di un personaggio che ha determinato
la mia cultura cinematografica: Carlo Verdone.
Perché
lui? Mi ricordo il primo film che vidi, avevo sette anni ed era il suo primo lungometraggio
da regista (sto parlando di “Un sacco
bello”). Rimasi colpito dai personaggi, dalla sua comicità romanesca e da
come riusciva ad assumere i vari atteggiamenti e le varie sfacettature che
ricoprono i vari aspetti della società. Come avete visto dalla locandina, non
parlerò di quel film, ma di un altro ed è uno dei suoi film meglio riusciti,
secondo il mio modesto parere, nella sua carriera da attore, regista e
sceneggiatore. È il 2004, ha 54 anni e di esperienza ne ha. Insomma non è più
il Verdone degli anni ’80, è maturo e cambia persino modo di fare il “suo
cinema”.
Nel
2004, le nuove generazioni (i Millenials), ma anche qualcuno più grande, stavano
conoscendo un nuovo mezzo di comunicazione e una nuova modalità di intraprendere
rapporti sociali di vari tipi: Internet. Si stava diffondendo in una maniera
incredibile e vi ricordo che il 2004 è stato l’anno di Facebook, il social
network ideato da Mark Zuckerberg che fino a qualche anno fa era il social più
utilzzato nel mondo.
Gilberto
Mercuri (interpretato da Carlo Verdone) attraverso Internet decide di
partecipare ad uno “speed-date” (nato alla fine degli anni novanta negli Stati
Uniti e poi diffuso in Italia, dove degli uomini hanno pochi minuti per
conquistare varie donne e una preferenza reciproca significa “bingo”). Ma ne
sarà valsa la pena? Dipende dalle persone come riescono ad approcciare con
l’altro sesso attraverso questa modalità. Ma la domanda vera è: “Conviene a più
di cinquant’anni rimettersi in gioco?”. Si, ma attraverso altre maniere e forse
anche più dignitose. A causa di un’indagine scattata e della scoperta di tutto,
la moglie Tiziana (interpretata da Laura Morante) non accetta quello che ha
fatto il marito. In questa situazione fragile ci finisce in modalità passiva la
figlia diciassettenne Marta (interpretata da Lucia Ceracchi), la quale ha
percepito il peso della separazione in una maniera non troppo rilevante,
ripensando ai comportamenti all’interno del contesto famigliare da parte dell’uno
e dell’altro genitore prima e durante la separazione. Questo va analizzato come
in qualche modo tutto ciò possa influenzare le sue visioni nel proprio percorso
di crescita. Gilberto viene aiutato in un momento così particolare della sua
vita da due persone: Andrea (interpretato da Rodolfo Corsato) e Carlotta (interpretata
da Stefania Rocca). La coppia Andrea-Carlotta sono stati gli aiutanti più
presenti nella crisi di Gilberto dove agiscono nel pieno lato amichevole e
spensierato. Vorrei citare un altro personaggio della storia, il suo amico
Guido (interpretato da Antonio Catania) che rispecchia una gran parte delle
azioni compiute dalle persone ovvero come si comportano “faccia a faccia” in un
modo e “alle spalle” in un altro.
Se
conoscete Verdone per i suoi classici personaggi, vi chiedo la cortesia di
recuperare questo film e vedere un Carlo Verdone differente dai suoi soliti atteggiamenti
comici e dal suo stile registico semplice ma completo di comicità. Come ho
detto prima, ha più della mezz’età e giustamente ha voluto dare un senso al suo
lavoro, così insieme a Francesca Marciano e Pasquale Plastino (alcuni dei suoi
colleghi di fiducia) hanno scritto una storia bellissima facendomi amare ogni
minima scena, dalle situazioni create ai singoli personaggi. A Verdone non si
può dire nulla: è stato imponente dietro la macchina da presa e nel dirigere
una squadra che ha giocato una buona partita. Non voglio che questo film venga fatto
passare come la visione assoluta dell’amore, perché ognuno ha il suo punto di
vista. Ma ripensando ad altri suoi film non c’è nessuno dove abbia trattato
l’amore come in questa vicenda, in ogni sfumatura e in ogni fascia d’età
(adolescenziale, giovane adulto e mezz’età).
Verdone
ha sempre sottolineato come abbia lavorato nella sua carriera con tante attrici
e qui gioca delle buone carte, se non ottime: Laura Morante, Stefania Rocca,
Elisabetta Rocchetti (interpretante Carolina e insieme a Verdone hanno fatto,
secondo me, la scena più comica di tutto il film), Orsetta De Rossi
(interpretante Graziella, altro personaggio importante per Gilberto e per la
vicenda), Gabriella Pession (interpretante la bizzarra Stella) e Lucia Ceracchi.
Oltre
i complimenti a Verdone, le mie ovazioni vanno fatte alla Morante per l’ottima
interpretazione di una donna in crisi coniugale e per questo ha ottenuto il
Nastro d’Argento come miglior attrice protagonista e ottima interpretazione
della Rocca di un personaggio ottimista e illusa al tempo stesso. Per il resto,
ci sono stati personaggi passivi, di passaggio e sleali che hanno reso questo
film attraente. La sceneggiatura è compatta e genuina nelle descrizioni e
ambientazioni, tutto coerente anche simpatizzante per sdramatizzare la visione
adottata da Verdone su un argomento delicato come l’amore.
Non mi ricordo questo film, dovrò assolutamente recuperarlo
RispondiEliminaRicordo benissimo questo film...ottima recensione che rispecchia perfettamente la dinamica del film
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