Io invece approfitterò del giorno di Natale per recensire il mio cinepanettone preferito ed esprimere il mio parere su questa categoria di commedia all’italiana.
Per me il cinepanettone è un genere puramente commerciale mettendo come ambientazione principale la festività natalizia, per poi buttarci una storia che alla fine si ripresenta sempre la stessa: corna, battute che le direbbero quotidianamente quattro amici al bar e voglia di fare sesso occasionale. Giusto? O mi sbaglio? Comunque ne ho visti molti, non tutti e per me il migliore rimarrà questo che sto per recensire. Molti categorizzano cinepanettoni persino i film di Pieraccioni, i film della saga del Ragioniere Ugo Fantozzi e film come, ad esempio, “I Pompieri” e “S.P.Q.R. 2000 e ½ anni fa”. Se si chiamano “cinepanettoni”, come ho detto prima, devono avere come ambientazione principale la festività natalizia e poi buttarci la storiella. Non vale solamente perché è uscito in concorrenza con i classici “Boldi-De Sica”. Allora anche i film di Verdone sarebbero dei “cinepanettoni”? E Checco Zalone? Dato che uscivano sotto Natale! Ma non mischiamo ciò che ha un valore con qualcosa di “puramente commerciale”, per non dire qualcos’altro!
Vorrei iniziare la recensione di questo film con un aneddoto scritto da Neri Parenti, il regista e sceneggiatore del film, nel suo libro: “Due Palle…di Natale”:
“La partenza dell’aereo era nel tardo pomeriggio e la produzione decise di ottimizzare la giornata con una scena da girare nella sala vip Alitalia dell’aeroporto di Fiumicino, che avremmo spacciato per una sala dell’aeroporto John Fitzgerald Kennedy. Il reparto di scenografia si prodigò per fare apparire quella sala d’attesa romana la più newyorkese possibile. […] Le riprese in aeroporto erano quasi finite, non vedevamo l’ora di salire sull’aereo per New York, quando su uno schermo fuori dalla sala vanno in onda immagini terribili di aerei che si schiantano contro le Torri Gemelle. Era l’11 settembre del 2001”.
Ebbene sì, quell’anno doveva essere “Natale a New York” ma dopo ciò che era successo, la produzione cambiò località, direzione nord Europa, precisamente ad Amsterdam, dato che gli Stati Uniti in quel periodo stava per dichiarare guerra ai terroristi islamici.
Ora passiamo alla trama: Fabio Trivellone (interpretato da Christian De Sica) è un pilota di aerei (e credo parlare di aerei in quel periodo, era meglio evitare) e vive una vita stupenda tra lavoro e vita coniugale. Sua moglie, o meglio, le sue mogli Selvaggia (interpretata da Paula Vàzquez) e Serena (interpretata da Emanuela Folliero) sono due persone differenti: la prima più sensuale, energica, simpatica e abbastanza “laissez faire”, come direbbero gli economisti liberisti francesi e con una figlia, Martina (interpretata da Sarah Calogero). L’altra, più calma, tradizionale e con un figlio, Matteo (interpretato da Marco Iannone). Il buon Trivellone sta per partire direzione Amsterdam dove insieme a Serena e Matteo trascorreranno le vacanze e come mai potrebbe andare? Questa è solo una parte della trama, perché poi arriva Enrico Carli (interpretato da Massimo Boldi). Lui è un imprenditore, o meglio un “succube” della moglie Marisa (interpretata da Marta De Pablo) e la loro figlia Michela (interpretata da Lucia Jordan) si deve sposare e per varie complicazioni, Enrico insieme al futuro genero Cesare Mandrione (interpretato da Enzo Salvi o meglio “Er Cipolla”) sono costretti a fare il viaggio di nozze ad Amsterdam. Appunto, nella capitale olandese avvengono vari equivoci, dai momenti esilaranti a quei momenti rivisti e ripetuti, considerati “trash”. Ma aspettate, mi sto dimenticando di loro e come posso non citarli dopo aver rivisto i loro sketch divertenti. Sto parlando dei “Fichi d’India” e come non porre nuovamente la mia gratitudine verso il loro stile comico e ricordando soprattutto Bruno Arena, scomparso dopo quasi dieci anni di malattia lo scorso 27 settembre (quando ho letto la notizia in metropolitana sono rimasto abbastanza sconvolto e mi si è chiusa definitivamente un’altra pagina della mia infanzia: il duo in sé e i loro sketch). Insomma, i “Fichi d’India” lavorano come necrofori e stanno andando ad Amsterdam per chiudere un affare, ma immaginate voi come andrà a finire anche questo. Non può mancare la ciliegina sulla torta, con Biagio Izzo che interpreta il receptionist dell’albergo in preda ai suoi doppi sensi e immaginazioni folli. In fondo, gli sceneggiatori (Neri Parenti, Fausto Brizzi, Lorenzo De Luca, Marco Martani) volevano lanciare dei piccoli messaggi in merito alla tematica dell’omosessualità con questo personaggio e i suoi comportamenti, nella maniera più goliardica possibile.
Neri Parenti ha segnato sicuramente (nel bene e/o nel male) una fetta nella storia della commedia italiana, iniziando un’enorme collaborazione con Paolo Villaggio per i film di Fantozzi e di Fracchia (e non solo) per arrivare ai cinepanettoni più o meno esilaranti. Dato che parliamo di commedia all’italiana la regia si è decisamente limitata alla semplicità nel proprio lavoro. Stessa cosa vale per la stesura della sceneggiatura e la recitazione, divertente per le situazioni capitate ai vari personaggi quanto meno per le solite battute. Comunque sia, in quel periodo trasmettere un po’ di allegria al pubblico italiano (e occidentale), anche con un pizzico di “trash”, era l’unico modo per estraniarsi dalla drammatica realtà di quel periodo e dare un senso positivo al Natale di quell’anno maledetto. La coppia “Boldi-De Sica” ammetto che me l’aspettavo più presente in questa vicenda ma per quel poco di scene dove entrambi si trovano insieme sono state nel complesso esilaranti e sempre con un pizzico di rivalità tra la comicità milanese e la comicità romana. Per quanto riguarda la Vàzquez ha puntato veramente poco sulla sensualità, ovvero ha assunto pochissimo quegli atteggiamenti dalla classica ragazza che può considerarsi la “bella di turno” e rimanendo in linea con l’interpretare una moglie onnipresente per suo marito. Particolare apprezzato, sinceramente! La Folliero, in quel periodo, è stata un’icona della televisione italiana sia come conduttrice televisiva sia come “signorina buonasera” e per me il fatto di affidarle una parte è stato principalmente per rendere “immortale” un’icona. I “Fichi d’India” mitici e per quanto riguarda i ragazzi (Iannone e la Calogero) sono stati nel complesso moderati alla loro prima apparizione sul grande schermo.
Vorrei fare un paio di considerazioni (forse anche inutili): primo la collaborazione di questo film con una società pubblica italiana, ormai storica, come l’Alitalia (citata a caratteri cubitali nei titoli di coda) adesso è solo che un ricordo se non prezioso, dato che negli ultimi anni la crisi finanziaria dell'impresa è stata spesso oggetto di discussione tra istituzioni e opinione pubblica. Secondo, la scena di Salvi che esulta per il goal di Totti è il segno di come quell'anno sia stato caratterizzato dalla vittoria dello scudetto da parte della squadra giallo-rossa.
Questo è il mio cinepanettone preferito di quelli che sono riuscito a vedere e con questo vi faccio i più sentiti auguri per un sereno Natale.
Sitografia aneddoto Neri Parenti: https://www.noidegli8090.com/merry-christmas-doveva-essere-natale-a-new-york-come-lattentato-dell11-settembre-2001-cambio-tutto/