sabato 11 novembre 2023

Il mese dell'economia: la crisi finanziaria del 2008


Recensione redatta da Valerkis

Riaprendo il mio libro di “Economia politica” dell'università notavo un tratto che diceva come l’interesse per l’economia sia sorto, nell’ultimo decennio soprattutto, da un evento in particolare che tratterò quest’oggi: la crisi finanziaria del 2008. Prima dobbiamo segnare una data: 15 settembre 2008, fallisce la “Lehman Brothers” famosa banca d’investimento statunitense che dichiarò fallimento a causa di mancati aiuti di stato e dai privati. Questa, come molte banche, concesse i famosi “mutui subprime”, ovvero dei mutui “ad alto rischio” che venivano concessi a soggetti che non avevano garanzie e quindi avevano una riscossione del credito pari a zero. Inoltre ci furono situazioni dove passarono dal tasso fisso al tasso variabile, oltre ad altre caratteristiche che non sto qui ad elencarvi (se volete approfondire la questione, consultate la sitografia alla fine).

Passiamo alla trama (tratta dal libro di Michael Lewis, “Il Grande Scoperto”): il film racconta vicende realmente accadute e abbiamo vari personaggi interpretati da un cast decisamente buono composto da: Christian Bale, Steve Carell, Ryan Gosling e Brad Pitt. Almeno questi sono i nostri protagonisti! Il primo che incontriamo è Michael Burry (Christian Bale) che nel 2005 ha deciso di scommettere su una prospettiva del mercato immobiliare (sarebbe crollato nel giro di due anni) attraverso dei CDS (sono degli swap, ovvero dei contratti, che fungono da assicurazione finanziaria sul rischio); poi abbiamo Mark Baum (Steve Carell), un trader che viene contattato da Jared Vennett (Ryan Gosling) che vorrebbe investire sui CDO (obbligazioni di debito collateralizzate, che illudono in un ipotetico investimento per la “falsa” valutazione alta e invece sono molto rischiose, con un rimborso che va contro le aspettative); per arrivare infine a Ben Rickert (Brad Pitt) che è entrato in contatto con due giovani investitori Charlie e Jamie (interpretati rispettivamente da John Magaro e da Finn Wittrock) permettendo loro di creare un “affare sporco” a tutti gli effetti, scommettendo sul fallimento delle persone comuni e delle famiglie che hanno alle spalle un mutuo per la casa o i risparmi di una vita.

So che vi sto confondendo, infatti mi fermo e vado con la mia opinione sul film. È un film fatto benissimo, regia eccezionale quella di Adam McKay, molto dinamica e diretta. Si può reputare un film difficile per comprendere tutto il giro manipolato da queste “menti”, ma in fin dei conti la conclusione è unica: loro ci hanno guadagnato, analizzando i dati e con i propri metodi, scommettendo sul fallimento delle famiglie e appunto chi ha subito si è ritrovato senza nulla. Interpretazioni ottime e immediate da parte di tutti, anche da attori che hanno interpretato personaggi secondari, che non cito perché poco rilevanti, a mio parere. Questo film ha vinto il Premio Oscar alla miglior sceneggiatura non originale (scritta dal regista e da Charles Randolph) tutto sommato meritato perché comunque ha fatto risaltare tutte le conseguenze generate sia da un lato sia dall’altro e alla fine diventa anche emotivamente tosto da digerire di come tutto ha avuto un balzo e un crollo allo stesso momento, soprattutto quest’ultimo. Inoltre è stata anche abbastanza esilarante e con ciò ha alleggerito notevolmente la vicenda. Ammetto che far parlare personaggi come Margot Robbie e Selena Gomez di economia, non credo sia stato molto credibile (sfiderei chiunque abbia visto questo film che mi dica sia stato attento a seguirle). La battutina di turno la dovevo fare, ma il discorso vale anche per lo chef Anthony Bourdain. Ma allora Richard Thaler? È un economista, più credibile di lui? Eh ma non so, la scena in cui ha parlato non era propriamente azzeccata. Comunque quello che dice un economista, può essere una legge ma è relativa date le numerose analisi, opinioni che fanno e le scuole di pensiero economiche! Come questa recensione, non è assoluta perché é un’opinione fra tante. Sono solito a commentare aspetti come fotografia e musiche, ma qui non spenderò parole perché sono state semplici (fotografia curata da Barry Ackroyd e musiche da Nicholas Britell), ma proprio due parole sul montaggio le spenderei volentieri, per il fatto che sia riuscito a bilanciarsi con la regia dinamica di McKay e creando qualcosa per nulla sproporzionato. Buono il lavoro svolto da Hank Corwin.

Il film va visto per cercare di capire cosa è accaduto dietro ad una crisi internazionale come quella del 2008 e di come due, tre, se non quattro generazioni di persone abbiano vissuto questo brutto periodo ricaduto sulla credibilità delle banche e sul mercato immobiliare, azionario e tutto ciò ad essi collegati (situazione dei risparmiatori inclusa). Bisogna stare attenti a chi affidiamo i nostri risparmi e a come gira l’economia e la realtà. Con questa storia triste, in fondo, McKay è riuscito a trasmettere il concetto. Anche di come sia tutto ingiusto agli occhi dei piccoli risparmiatori e di chi ha sacrificato tanto.


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