David Wark Griffith, personalità estremamente d’avanguardia tecnica del cinema degli anni Dieci, è considerato il “padre” del cinema a stelle e strisce. Non c’è da stupirsi, il suo nome è spesso nominato quando si citano i pilastri della storia del cinema. Griffith, con il suo modello di cinema sperimentalmente innovativo e moralista, ha ormai fatto scuola tanto da diventare un vero e proprio caso di studio. Esiste un cinema prima di Griffith ed un cinema dopo di Griffith.
Griffith fu figlio di un eroe della Guerra di Secessione, l’ufficiale confederato Jacob Griffith, crebbe nel sud confederato cullato dai racconti romantici della vita militare nel segno di una severa moralità protestante. Il giovane Griffith rimase sin da subito colpito dalla drammaturgia, tanto da voler tentare di intraprendere la carriera di drammaturgo e poi di attore. Scontratosi con una notevole mancanza di talento, individuò nel cinema la sua vocazione.
Tra il 1908 ed il 1913 Griffith lavorò per la Biograph, realizzando più di 400 film in qualità di regista (in un’epoca in cui si produceva tanto ed in fretta, lo standard dei film dell’epoca era il film ad una bobina di 15 minuti massimo). Alla Biograph maturò una certa esperienza, promuovendo le sue prime sperimentazioni tecniche e linguistiche.
Prima di Griffith, a fine ‘800, il cinema si muoveva sulla base delle attrazioni e sul catturare la meraviglia dello spettatore. Anche nel periodo successivo, i primi del ‘900, la componente attrazionale continuò a ricoprire una certa importanza comunicativa seppur dovette convivere con le prime sperimentazioni narrative (Porter e Méliès su tutti). Griffith ha avuto il merito di estrarre la componente narrativa dai film e renderla finalmente protagonista delle sue pellicole. Dopo di Griffith, il cinema narrativo divenne la norma nel panorama cinematografico successivo.
Per capire il cinema “alla Griffith” andiamo ad individuare due casi di studio da analizzare: “The Birth of a Nation” (1915) e “Intolerance” (1916).
Il cinema “alla Griffith” si individua subito, all’interno del panorama dell’epoca, per la presenza di due concetti: strutture narrative articolate ma di comprensione universale e film di significato ideologico e morale. Ponendo a confronto “The Birth of a Nation” e “Intolerance” , con tutti gli altri film dell’epoca, questi aspetti si notano subito.
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“The Birth of a Nation”, in breve e asciugando di molto, tratta la nascita del KKK. Ad un contesto d’insieme (la guerra di secessione americana) abbina un contesto calato nel particolare (la ribellione degli schiavi afroamericani e la seguente ascesa del KKK). L’argomento appare spigoloso oggi come anche allora. Griffith ricevette numerose accuse di razzismo che lo spingeranno a realizzare “Intolerance” l’anno dopo come risposta a tali accuse. Proprio per questo, “Intolerance” presenta una storia molto più “buonista” rispetto al precedente film. Asciugando molto anche in questo caso, “Intolerance” tratta il tema dell’intolleranza attraverso le varie epoche della storia umana. Griffith era uomo dell’800 cresciuto nel sud segregazionista e ragionava come tale, perciò quando si analizzano questi film bisogna tener questo aspetto bene in mente.
“The Birth of a Nation” e “Intolerance” sono film molto complicati nella loro composizione, per l’epoca innovativi. L’utilizzo di innovazioni nelle tecniche quali, ad esempio, il montaggio alternato (cross cutting - simultaneità delle azioni) e l’utilizzo di innovazioni linguistiche quali, ad esempio, il “salvataggio dell’ultimo minuto” e i primi piani usati in chiave espressiva sono la forza di questi film. In "Intolerance" vi è un sapiente uso della suspance; la narrazione che ha un certo ritmo nel suo scorrere accelera di colpo e ci lascia in balia degli eventi. Inoltre sono due film estremamente complicati nella loro struttura narrativa. “The Birth of a Nation” presenta una narrazione articolata ed estremamente carica di messaggio, “Intolerance” presenta una struttura articolata su più livelli narrativi. Tuttavia, nell’essere complicati, sono comunque ben comprensibili nel loro scorrere.
In generale, nei film di Griffith, è presente una grandissima carica politica negli eventi. “The Birth of a Nation” tratta numerosi temi politici, a partire dalla cocente e roboante sconfitta dei confederati durante la guerra di secessione americana fino all’’abolizione della schiavitù; “Intolerance” prende un’intero tema (l’intolleranza) ed, in pratica, ci gioca sopra un’intero film. Altro elemento tipico di Griffith è il lieto fine, che per il regista rappresentava l’apoteosi della comunità, la riconciliazione definitiva, il ripristino dell’equilibrio narrativo; quasi ogni film di Griffith termina con un lieto fine.
La carica politica degli eventi abbinata ad un sofisticato linguaggio cinematografico ricco di sfaccettature (il lieto fine, il salvataggio all’ultimo minuto, la suspance, alta moralità dietro ai suoi film) caratterizzano il cinema “alla Griffith”.
Al di là del proprio gusto personale, è innegabile quanto questi due film e Griffith abbiano innovato il cinema dell’epoca, in qualche modo riformandolo.
Articolo redatto da Rickers
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